Gallino: “Perché la crisi non è quella che vi raccontano”

In questi giorni di forzato isolamento, mentre i mezzi di informazione ci trasmettono la paura per un nemico invisibile e assistiamo con sofferenza e angoscia ai limiti di un sistema sanitario pubblico che, nonostante l’abnegazione di medici, tecnici e infermieri, non riesce – soprattutto nelle città della Lombardia, la Regione più importante e, per reddito e Pil prodotto, ricca del Paese – a fronteggiare le domande di cura e assistenza dei cittadini, ritengo sia utile ragionare sulle cause che tutto ciò ha determinato. Per provare, una volta superata l’emergenza, a cambiare. 

A tale proposito, e visto che in questo periodo il tempo da dedicare alla lettura non manca, mi permetto di segnalarvi l’ultimo libro di Luciano Gallino, pubblicato con l’autore ancora in vita. Si tratta di “Il Denaro il Debito e la Doppia crisi” (Einaudi, 2015) che il sociologo torinese, di storia e cultura socialista, ha scritto per i suoi nipoti e per tutti noi, suoi ‘virtuali’ nipoti. Per intanto, di seguito, Vi propongo la prefazione: “Perché la crisi non è quella che vi raccontano”.

Renzo, 18 marzo 2020

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Penna: “LACRIME DI COCCODRILLO PER LA SANITA’ PUBBLICA”

Di Renzo Penna – “Abbondano le lacrime di coccodrillo per le difficili condizioni che sta attraversando la sanità pubblica stressata dall’epidemia di Coronavirus, dopo decenni di tagli nel trasferimento delle risorse, di riduzioni del personale (infermieri, medici e tecnici di laboratorio), posti letto e chiusure affrettate di piccole e medie strutture, sovente presidi preziosi per il territorio e, nell’attuale emergenza, utili anche per isolare il contagio. Con dipendenti costretti, molto prima dell’insorgere del Covid-19, a straordinari e turni massacranti, e il ricorso, da più parti, a medici già in pensione. Recriminazioni poco credibili, specie se provenienti dalle Regioni, oggi in serie difficoltà, governate dal centrodestra dove, scientemente, si è operato per agevolare gli interessi della sanità privata in favore di coloro che, per reddito e condizione, ne possono affrontare i costi e, al contempo, si è lasciato deperire e declassato il servizio sanitario nazionale pubblico e universale. Il tutto in nome di una presunta razionalizzazione ed efficientamento del sistema, considerato alla stregua di un’azienda. Piuttosto che assegnare priorità alla qualità e all’efficacia del servizio si sono, da parte di troppi Governi, nazionali e regionali, considerati esclusivamente i problemi dei costi e della sostenibilità finanziaria. Con il fine di conquistare alla logica del profitto privato quote crescenti e consistenti del sistema. E si è giunti persino a consentire che si diffondesse e affermasse, tra i cittadini, un giudizio negativo sul sistema sanitario che, malgrado forti squilibri territoriali e sacche di inefficienza, è tra i migliori al mondo.

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Lettieri: La “Grande Divergenza” e i tormenti dell’euro

Antonio Lettieri (da Eguaglianza & Libertà).
Un decennio dopo la crisi il divario fra le economie di Stati Uniti e Eurozona è una condanna senza appello per le politiche che hanno fatto un feticcio del controllo dei conti pubblici a scapito della crescita e dell’occupazione. Se davvero l’Unione e l’euro si vogliono salvare quelle politiche vanno rottamate.

Mentre si avvia alla conclusione il secondo decennio del secolo è possibile tracciare un primo bilancio dopo la crisi globale che segnò l’autunno del 2008 in America. Da un lato, trova una conclusione la sfida commerciale fra stati Uniti e Cina con un compromesso. Una soluzione importante ma, probabilmente, provvisoria trattandosi di un contrasto per l’egemonia a livello globale destinato a durare e intensificarsi nei prossimi anni. Dall’altro, l’accentuarsi del divario fra le due maggiori economie capitalistiche: l’Eurozona e gli Stati Uniti. Vale la pena di soffermarsi su questo secondo aspetto che caratterizza i rapporti all’interno del mondo occidentale.
Da questo punto di vista, il decennio lascia in eredità un quadro di radicale divisione. Gli Stati Uniti si avviano a chiuderlo col più basso tasso di disoccupazione degli ultimi cinquanta anni, sia pure in un contesto di persistenti grandi diseguaglianze sociali. Al contrario, l’Eurozona chiude il decennio in un quadro di stanziale stagnazione quando non recessione.

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Penna: La sconfitta di Salvini e il ruolo delle ‘Sardine’

Renzo Penna: Per la sconfitta di Salvini un doveroso grazie alle “Sardine” – 27 gennaio 2020. “Mai il voto in una Regione aveva assunto l’importanza e il peso politico di quello di domenica in Emilia e Romagna. Con tutte le regioni del Nord governate dalla destra e con la Lega primo partito, il governo nazionale di PD, M5S e LeU non avrebbe potuto reggere ad un successo di Salvini nella regione “rossa” per antonomasia e, da sempre, riconosciuta sinonimo anche di buona amministrazione. La sconfitta di Salvini, che ha trasformato un voto amministrativo in un referendum di valenza nazionale sulla sua persona, rappresenta per il governo e le forze del centro sinistra uno scampato pericolo. Una ottima notizia anche per la tenuta democratica del Paese che capita, emblematicamente, in una data simbolo: il 27 gennaio, “la Giornata della Memoria” che, 75 anni dopo, ricorda l’abbattimento dei cancelli del campo di stermino nazista di Auschwitz, la Shoah, le leggi razziali e le persecuzioni nazi-fasciste. Una ricorrenza, come abbiamo visto da tanti pericolosi episodi, ultimo quello di Mondovì, non ancora patrimonio da tutti condiviso.

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Lettieri: “L’Eurozona venti anni dopo”

Antonio Lettieri, 6 gennaio 2020.
Appare incontestabile il giudizio sul fallimento di un’esperienza che venti anni fa fu inaugurata nel quadro di un grande ottimismo che all’epoca parve ragionevolmente motivato. Un ottimismo che la politica praticata nei venti anni che ora giungono a compimento ha clamorosamente smentito. Per uscire dalla crisi l’unica soluzione è un forte intervento pubblico diretto a rilanciare gli investimenti e ridare fiato alla crescita dalla quale in definitiva dipende a medio termine la progressiva riduzione del debito paradossalmente aumentato negli anni dell’austerità. Un nuovo corso è possibile mobilitando i risparmi che la crisi immobilizza per tradurli in investimenti.

1) -Venti anni fa, quando comparve la moneta unica, quella che sarebbe diventata l’eurozona si stava dirigendo verso la fine del secolo in un clima di grande ottimismo. Il processo che portò all’euro era maturato all’inizio dell’ultimo decennio del secolo scorso sotto il forte impegno di François Mitterrand e di Jacques Delors, presidente della Commissione europea.
Aveva incontrato alcune incertezze soprattutto in Germania, ma l’euro era diventato l’obiettivo principale del cancelliere Kohl convinto assertore del partenariato franco-tedesco come condizione dell’unificazione tedesca. Per l’Italia in particolare la partecipazione all’euro era un successo apparso fino all’ultimo momento incerto. La nascita dell’euro fu accolta in un quadro di grande, non infondato, ottimismo. Non a caso, alla fine degli anni Novanta, dopo anni di stagnazione, i paesi dell’UE avevano finalmente segnato, anche sotto l’impulso del boom americano, un elevato tasso di crescita.

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Manifesto socialista per il XXI secolo

«Manifesto socialista per il XXI secolo» di Bhaskar Sunkara, edito da Laterza
«Ma davvero il socialismo ha un futuro? Io ho la più assoluta fiducia morale che sia inaccettabile un mondo in cui alcuni prosperano privando altri della libertà, in cui miliardi di persone soffrono inutilmente circondate dall’abbondanza, in cui la catastrofe ecologica è sempre più vicina.»
Irriverente, chiaro e divertente. Un invito irresistibile a unirci alla lotta per la costruzione di un futuro veramente democratico, unica vera speranza in questi tempi complicati.
Naomi Klein
Una lettura essenziale per tutti coloro che vogliono costruire una nuova società, fondata sui bisogni delle persone e non sui profitti per le élites.
Owen Jones
Più della metà dei giovani americani non crede più nel capitalismo. L’ascensore sociale si è rotto e l’american dream è andato in pezzi. Bhaskar Sunkara, un trentenne figlio di immigrati, è diventato in pochissimi anni la voce più ascoltata e influente di questa generazione, ha fondato una rivista, “Jacobin”, che ha cambiato il panorama culturale negli USA e ha galvanizzato la sinistra del Partito democratico assieme a vecchie glorie come Bernie Sanders e nuove star come Alexandria Ocasio-Cortez. Questo libro ci fa conoscere la sua voce e le sue idee, attraverso le quali riscopriamo il significato di una parola che in Italia e in Europa ha perso nel tempo il fascino e la potenza originari: socialismo. Un socialismo per il Ventunesimo secolo, finalmente democratico, che propone come obiettivo l’uguaglianza economica e la lotta contro tutte le forme di oppressione, dal razzismo al sessismo. Il campo di battaglia è quello dei diritti: il diritto alla casa, al lavoro, alla scuola, all’educazione e alla salute. Un invito a costruire nuove istituzioni democratiche dal basso, nei posti di lavoro e nelle comunità locali. Un libro per tutti coloro che cercano, che lottano e che sperano nella fine delle enormi disuguaglianze del nostro tempo.

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Tronti: “L’innovazione digitale e il mondo del lavoro”

29 dicembre 2019 – Intervista di Alessandro Mauriello a Leonello Tronti, docente di Economia e Politica del Lavoro, Università di Roma Tre. I processi tecnologici e digitali che caratterizzano la “Quarta Rivoluzione Industriale” modificano l’organizzazione del lavoro, l’innovazione dei processi e dei settori produttivi, la mediazione dei corpi intermedi. Le competenze e i saperi collegati alla qualità del lavoro, sono sempre più indirizzate verso una Economia della Conoscenza nella quale il lavoratore deve assumere un approccio proattivo, diventando attore di “partecipazione cognitiva”. Tratteremo di queste tematiche inerenti il mondo del Lavoro con il prof. Leonello Tronti, esperto di politiche del lavoro da anni in prima linea per una vera riforma delle relazioni sindacali, e per un approdo verso un’economia più “sostenibile”.

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In memoria di Luciano Gallino: il finanzcapitalismo, l’euro e la moneta come bene pubblico

di Enrico Grazzini da “Micromega”, 8 novembre 2019

La quasi totalità degli intellettuali italiani ha sepolto nel silenzio la formidabile eredità scientifica, politica e morale di Luciano Gallino, scomparso l’otto novembre di quattro anni fa. Gallino è stato senza alcun dubbio lo scienziato sociale più profondo, coerente e critico della sinistra italiana: ma è rimasto inascoltato – anche presso la stessa sinistra politica (che non a caso in Italia è praticamente scomparsa) e sindacale (che non a caso è in gravissima e crescente difficoltà).  Il problema è che i suoi messaggi, specialmente nell’ultimo periodo della sua vita, erano troppo intellettualmente e politicamente chiari e radicali per la cultura confusa, ambigua, sempre disponibile al compromesso che domina oggi in Italia in (quasi) tutti gli ambiti e in tutte le parti politiche. Le sue proposte sulla moneta, sull’euro, sull’eurozona e l’Unione Europea, sulle riforme monetarie e bancarie necessarie per uscire dalla crisi provocata dal finanzcapitalismo, erano e sono considerate troppo anticonvenzionali e innovative per essere accettate (o almeno discusse) dai timidi e paurosi intellettuali e politici italiani. Ho collaborato con lui e nell’ultimo periodo della sua vita: e posso dire che, nonostante la sua indiscussa autorevolezza, il maggiore studioso della sinistra era rimasto praticamente isolato.

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Daniela Palma: “La sfida del Green new deal legata alla ricerca”

Perché (e in che misura) la sfida del Green new deal si gioca su ricerca e innovazione – Per sostenere la capacità di innovare è necessario ridurre il divario tecnologico tra paesi, chiamando in causa un rinnovato ruolo dell’intervento pubblico nella veste di “Stato imprenditore”

di Daniela Palma da greenreport.it, ottobre 2019

Fuori dai riflettori che nelle scorse settimane si sono accesi sulle numerose manifestazioni in difesa del clima globale, l’avvio di un percorso di azioni per contrastare l’innalzamento della temperatura terrestre sembrerebbe ormai segnato. La via – sull’onda delle recenti proposte dei democratici americani – è quella di un “Green new deal”, un grande piano di interventi volto a ridurre strutturalmente l’impatto dell’attività umana sul clima e per molti versi ispirato a quella straordinaria politica di investimento pubblico intrapresa dagli Stati Uniti per contrastare gli effetti della Grande Depressione del ’29. A fronte di quella che si ritiene una vera e propria “crisi climatica” – piuttosto che l’esito non meglio specificato di un “cambiamento climatico”, che continua ad alimentare molte delle polemiche negazioniste – l’obiettivo è diventato infatti quello di rendere compatibile crescita economica e stabilizzazione del riscaldamento globale, approdando gradualmente ad un nuovo modello di sviluppo.

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Il commento di Tronti a “Se otto ore” di Sergio Negri

Mercoledì 9 ottobre 2019, ore 17, presso la sala CGIL Roma Lazio in via Buonarroti 12 – Roma, ci sarà la presentazione del volume SE OTTO ORE di Sergio Negri. Insieme all’autore nel corso del dibattito, moderato da Renzo Penna (presidente Associazione LABOUR “R. Lombardi”) e con i saluti introduttivi di Alessandro Mauriello (Associazione Labour), vi saranno gli interventi dei seguenti relatori: Leonello Tronti (economista del lavoro), Michele Azzola (segretario Cgil Roma Lazio),  Graziella Rogolino (segretaria Spi-Cgil Piemonte). L’iniziativa è promossa dall’Associazione LABOUR “Riccardo Lombardi”, dalla CGIL di Roma e del Lazio. 

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Associazione LABOUR R. Lombardi – "Per una società di liberi e eguali"