Comunicato – Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale giudica l’approvazione il 4 maggio scorso della legge elettorale “Italicum” un gravissimo danno all’assetto democratico della Repubblica.
E’ la legge voluta e imposta da una stretta minoranza del Parlamento, appena un quarto dei voti scrutinati, ingigantito dal premio di maggioranza del “Porcellum”, a sua volta sanzionato dalla Corte Costituzionale.
Questo parlamento, eletto con una legge dichiarata incostituzionale in alcuni punti essenziali, aveva il dovere di procedere con cautela e con ampi consensi e la necessaria consultazione, invece è stato prodotto per volontà di Renzi uno strappo pesante che ha lacerato il suo stesso partito e che ha portato all’approvazione da parte di una maggioranza di deputati che in realtà hanno ricevuto una minoranza di voti dagli italiani. Come già il “Porcellum”, la nuova legge “Italicum” trasforma una minoranza in una maggioranza, che potrebbe essere smisurata rispetto ai voti effettivamente ottenuti al primo turno e aggrava il peso del premio attribuendolo a un solo partito invece che a una coalizione. Così il principio costituzionale dell’eguaglianza del voto è demolito. Il voto che va al partito che prevarrà sia pure di poco conterà molto di più di quello attribuito a tutti gli altri: il primo avrà d’ufficio 340 seggi, tutti gli altri dovranno dividersi i restanti 290. Con questi numeri la falsa maggioranza potrà arrivare a scegliersi un futuro Presidente della Repubblica di suo gradimento, influire pesantemente sulla composizione della Corte Costituzionale e il Consiglio superiore della Magistratura. Così gli organi di garanzia saranno in mano al capo del governo, cui una nuova legge si appresta ad attribuire poteri sostanziali sulle reti televisive pubbliche.
Con questa legge avremo una Camera i cui due terzi saranno nominati dalle segreterie di partito invece che scelti dai cittadini, gli eletti, che dovranno l’elezione al capo del loro partito, gli obbediranno ciecamente quando sarà capo del governo e si realizzerà così ciò che Leopoldo Elia aveva chiamato “premierato assoluto”, riducendo drasticamente il potere legislativo del Parlamento, attribuiti poteri senza limiti e senza controllo al Governo e in particolare al presidente del consiglio. Si cambia la forma di governo fino a distorcere la forma dello Stato.
Allo stesso tempo la partecipazione dei cittadini viene relegata al voto ogni 5 anni perchè la maggioranza parlamentare potrà ignorare il confronto con le parti sociali e in particolare con il sindacato come è già accaduto in questi mesi imponendo i propri provvedimenti al paese. Questo finisce con il mettere in seria discussione la stessa prima parte della Costituzione perchè meccanismi istituzionali accentrati e autoritari possono essere il veicolo per rimettere in discussione anche i valori che dovrebbero presidere alla vita della nostra Repubblica. La partecipazione alle scelte politiche nazionali sarà resa assai più difficile dalle modifiche costituzionali in corso di approvazione, di cui i punti più preoccupanti sono la sostanziale riduzione del Senato ad una sorta di dopolavoro di lusso per consiglieri regionali, l’accentramento nelle mani del governo di poteri importanti delle regioni e degli Enti locali.
Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale invita tutti i cittadini a riflettere sulle conseguenze negative di questa legge elettorale. I diritti sociali, e in particolare quelli del lavoro, già pesantemente attaccati dalle leggi degli ultimi governi (lavoro, pubblica amministrazione, scuola) saranno ancora più in pericolo. La sostituzione dell’intelligenza collettiva col comando di un capo la si coglie esplicita nella riforma della scuola che attribuisce tutti i poteri sostanziali al preside: un premierato assoluto anche nell’insegnamento.
Il coordinamento si rivolge a tutte le forze attive della società e chiede ai partiti, ai sindacati, alle associazioni, ai gruppi spontanei di coordinare la loro azione a sostegno di tutte le iniziative che possano impedire l’entrata in vigore della legge. Azione giudiziaria, come quella che ha portato al giudizio negativo della Corte Costituzionale sul “Porcellum”. Azione referendaria, anche per tentare di abrogare la legge entro il giugno 2016, prima che diventi operante. A questo fine nei prossimi giorni il coordinamento avvalendosi delle competenze di autorevoli costituzionalisti e giuristi presenterà proposte di quesiti referendari sia per l’abolizione dell’Italicum entro la sua entrata in vigore nel 2016, sia per modificare la sostanza della legge elettorale approvata in coerenza con le osservazioni della corte Costituzionale al Porcellum. Ogni soggetto attivo potrà decidere se raccogliere queste proposte e impegnarsi per una campagna referendaria di abrogazione totale o parziale della legge elettorale approvata definitivamente il 4 maggio scorso.
Il Coordinamento chiede a tutti i soggetti attivi di impegnare le loro energie contro la costruzione di un potere assoluto nelle mani di una minoranza. Votare la prossima volta con l’Italicum sarebbe un danno grave per la Repubblica Italiana.