Renzo Penna – Nel suo intervento di sabato 2 marzo 2019 a Castel Sangiovanni (PC) Vincenzo Colla, il Vice Segretario nazionale della CGIL, nel ricordare la figura di Fausto Vigevani, i suoi incarichi impegnativi e di prestigio nel sindacato, ha fatto presente come Fausto si confrontasse con personalità, sia del sindacato che della politica, del livello di Luciano Lama, Bruno Trentin, Vittorio Foa, Giorgio Ruffolo, Sylos Labini, Paolo Leon. E, registrando le differenze con l’attuale situazione, ha auspicato di poter essere all’altezza nella nuova responsabilità che lo riguarda, decisa dall’ultimo Congresso. Secondo Colla, Vigevani ha continuato ad essere e comportarsi da sindacalista anche quando è stato eletto Senatore e designato Sottosegretario alle Finanze. Così come la rinuncia al vitalizio, di recente scoperta e ripresa dai media, non ha nulla a che vedere con le attuali scelte delle forze politiche, ma è stata una decisione personale, condivisa solo con i propri famigliari, di chi ha considerato quegli incarichi un servizio per il Paese in sé bastante. Ricordo che la notizia è diventata di dominio pubblico dieci anni dopo la scomparsa di Fausto quando, per realizzare il secondo volume a lui dedicato, Davide Vanicelli e Sergio Negri hanno intervistato la figlia Valentina. Anche in questa scelta Vigevani si è confermato un uomo interessato all’assere e non all’avere.
Dopo aver citato la serietà e la concretezza del rapporto con i lavoratori, l’opposto della demagogia e del populismo, e il suo impegno costante sul tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il Vice Segretario ha concluso il suo breve, ma efficace discorso con una riflessione che personalmente condivido e voglio comunicare e condividere con le compagne e i compagni che non hanno potuto essere presenti alla cerimonia. Ha sostenuto che se Vigevani potesse manifestare il suo pensiero, la sua posizione sarebbe, oggi, “molto di sinistra”. Un giudizio e una valutazione coerente con le scelte compiute da Fausto e, con lui, dai compagni dell’Associazione “Labour R. Lombardi” quando nel Congresso dei DS del 2001 decidemmo, sorprendendo molti, di non appoggiare la mozione di maggioranza, ma, con un proprio documento (“Per tornare a vincere”), sostenere quella di minoranza. La mozione che proponeva la costruzione del ‘Partito del Socialismo Europeo’ in Italia e non la riedizione, in piccolo, del ‘compromesso storico’ attraverso il Partito Democratico.
Alessandria, 3 marzo 2019