di Renzo PENNA – I bombardamenti alleati sconvolsero la città di Alessandria, soprattutto nell’ultimo anno della seconda guerra mondiale, provocando 559 morti, danneggiando e distruggendo gran parte delle abitazioni e degli edifici pubblici. Le incursioni più violente si ebbero il 30 aprile 1944 e il 5 aprile 1945. Le sirene che annunciavano gli allarmi-aerei entrarono in funzione oltre mille volte. “Era caduto Mussolini, con lui il fascismo e, dopo 45 giorni, l’8 settembre 1943 con l’annuncio dell’armistizio e l’illusione che la guerra fosse finita. Cinque giorni prima gli americani, conquistata la Sicilia, avevano messo piede sul continente. Dopo quell’annuncio alla radio – alle 19,45 – del maresciallo Badoglio, ad Alessandria, come nel resto del paese, la gente era uscita di casa a cercare conferme, euforica aveva accantonato le precauzioni dell’oscuramento e sperato davvero, per qualche ora, nella fine del conflitto. L’Italia era in guerra da 1.184 giorni, il disagio, la stanchezza, l’incertezza del futuro pesavano sull’animo dei cittadini, mentre il progressivo razionamento dei generi alimentari aveva peggiorato le condizioni di vita e la carenza alimentare, se non la fame, preoccupava le famiglie, in primo luogo, per lo stato dei bambini e di chi doveva lavorare.”
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