Quando parliamo di giustizia non parliamo solo della sua amministrazione quotidiana, nel complesso istituzionale che coinvolge i giudici, i tribunali, le corti, gli avvocati, i pubblici ministeri, le prigioni. Parliamo anche di un punto di riferimentoideale, dei valori di base a cui si ispira la distribuzione di diritti e doveri, opportunità e obblighi. Se si smarrisce questo riferimento ideale, anche l’amministrazione della giustizia soffre.
Un compendio sull’essenza di un sistema di convivenza che il mondo moderno ha assunto negli ultimi due secoli come modello.
Un saggio di Gustavo Zagrebelsky – una riflessione – che poggia su convinzioni maturate in lunghi anni di dedizione all’argomento, in cui con limpido linguaggio vengono descritti significati e storia di un modello politico che aspira all’uguaglianza, al dialogo e all’esercizio dei diritti di ciascuno e di tutti.
Era proprio necessario procedere all’unificazione traDs e Margherita, sacrificando ogni ragione ideale e teorica che si richiamasse al socialismo? Il Partito Democratico appare più somma che sintesi. un partito destinato ad esplodere in un prossimo futuro non tanto sulle riforme sociali quanto sui diritti individuali. Dopo la fine della Dc, il Vaticano si trova ad interloquire alternativamente con spezzoni partitici collocati su tutto lo spettro politico. Non sfugge ai più che uno degli interlocutori privilegiati è proprio rappresentato dalla Margherita che può fruire solo di un’autonomia relativa di fronte alle richieste ecclesiali. Ed è proprio questa componente a definire i limiti di azione del Pd sui diritti civili ed individuali. Il nascente Partito democratico inevitabilmente erediterà fino in fondo quest’ambiguità politica, non riuscendo quindi a diventare quel partito dei diritti che pure vorrebbe incarnare.
Dalla formazione sui classici del marxismo e del liberismo, alle responsabilità di coordinatore della programmazione economica del centro-sinistra, al difficile ruolo di ministro dell’Ambiente nel momento di maggiore vitalità delle lotte ambientaliste, la vita di Giorgio Ruffolo è un racconto di scommesse fatte e non sempre vinte. Dapprima all’Eni con Enrico Mattei, poi alla Programmazione economica, la sua storia è quella dell’anima riformista di questo paese, disposta a “sporcarsi le mani” ma solo al fine di un miglioramento della vita economica e sociale. Ruffolo si trova ad agire da protagonista in momenti di svolta radicale per le sorti della repubblica, a volte nell’ombra, da tecnico, a volte sotto i riflettori da ministro o eurodeputato.
Circa 8 milioni: sono gli italiani che hanno un lavoro instabile. Tra 5 e 6 milioni sono precari per legge, ossia lavorano con uno dei tanti contratti atipici che l’immaginazione del legislatore ha concepito negli ultimi quindici anni. Gli altri sono i precari al di fuori della legge, i lavoratori del sommerso.
La storia della moderna idea di Progresso, fondata sul connubio del miglioramento etico dell’uomo, del buon governo e della marcia positiva della scienza, della tecnica, dell’economia, è per un verso la storia di una speranza, nata nell’età dell’illuminismo, e per l’altro quella di un mito e di un’illusione, travolti dalle due guerre mondiali, dalle dittature totalitarie, dai grandi genocidi del Novecento.
I brevetti sul vivente e la privatizzazione delle risorse naturali sono l’ultima frontiera di un colonialismo che aveva cominciato a manifestarsi già nel Sedicesimo secolo, con la recinzione delle terre comuni britanniche.
Storia dell’economia dal Paradiso terrestre all’inferno della finanza. Einaudi – euro 9
2006
A che cosa serve l’Economia?. E in particolare l’economia è al servizio degli uomini o viceversa?. Sono interrogativi che risalgono alle origini dell’uomo e che accompagnano la sua storia.