di Leonello Tronti (Università degli Studi Roma Tre), intervento al convegno dell’Associazione Labour: “Fausto Vigevani: l’innovazione nel Sindacato e nella politica”, CGIL Nazionale, 11 giugno 2018
1. Premessa
Purtroppo non ho mai la fortuna di conoscere personalmente Fausto Vigevani e, non avendo sufficientemente approfondito la sua opera e la sua figura, non ritengo opportuno parlare di lui direttamente. Vorrei quindi rifarmi al suo impegno in modo indiretto, partendo dal momento storico in cui maturò il decreto di San Valentino: una fase davvero critica per il sindacato italiano e in particolare per la componente socialista della CGIL. In quella fase Vigevani, che dal 1982 era membro della segreteria nazionale della CGIL, fu chiamato a svolgere un ruolo molto difficile, di minoranza e non condivisione, se non di aperta opposizione alla linea confederale. Un ruolo di difesa dell’embrione di unità sindacale, costruito con fatica sulla base dell’impulso della FLM di Trentin, Carniti e Benvenuto, contro la posizione largamente maggioritaria del suo stesso sindacato.
Credo che quel momento sia stato davvero cruciale rispetto ai successivi sviluppi della società e dell’economia e che pertanto, avendo a mente la posizione di Vigevani, sia opportuno discutere sinteticamente di come la fragilità dell’unità sindacale abbia condizionato sino ad oggi la storia sociale ed economica del nostro Paese. Dall’esame delle condizioni critiche che si sono venute a creare da allora è quindi utile passare ad esaminare le prospettive si aprono oggi, in un momento di relativo consolidamento della prospettiva unitaria, su temi quali la riforma del modello contrattuale, la politica industriale e il ruolo delle relazioni industriali nel disegno di una fase di accelerazione dello sviluppo e di lotta alla crisi sociale del Paese.
Continua la lettura di Tronti: “Il Sindacato e la crisi sociale”