Archivi categoria: Interventi

IN PIAZZA CON I LAVORATORI E LA CGIL

sabato 25 ottobre con la Cgil a Romadi Renzo Penna – Sbucato dalla Metro a Piazza della Repubblica la fontana delle Naiadi che vi campeggia al centro quasi non si vedeva, sommersa e circondata da una folla vociante nella quale a predominare era il rosso dei vestiti e delle bandiere. Da poco erano passate le nove e già si poteva prevedere che la manifestazione indetta di sabato dalla Cgil per contrastare il progetto del Jobs Act e le politiche del governo Renzi sarebbe stata un successo. A rispondere alla chiamata indirizzata agli iscritti da Susanna Camusso – la segretaria generale di quello che da quarant’anni è il mio sindacato – mi sono convinto negli ultimi giorni e così sono sceso a Roma con il pullman messo a disposizione dai compagni dello Spi-Cgil di Alessandria. Ero stato nella capitale solo qualche giorno prima per presentare al Senato un libro dedicato a Fausto Vigevani, una pubblicazione che ricorda, a undici anni dalla scomparsa, la figura e l’attualità del pensiero politico e sindacale di un originale e importante dirigente della Cgil e della sinistra socialista. Ho così ritenuto fosse necessario essere presente e partecipare in una fase nella quale tutto il sindacato è in difficoltà per motivi oggettivi: la presenza di una gravissima crisi economica che dura da anni, la mancanza di lavoro e la crescita delle diseguaglianze sociali e territoriali, nella quale, in particolare, la Cgil viene accusata di rappresentare il “vecchio”, la “conservazione” e di difendere solo i pensionati, i lavoratori “garantiti e di non occuparsi dei giovani e dei precari.” Continua la lettura di IN PIAZZA CON I LAVORATORI E LA CGIL

Attualità e lungimiranza del pensiero di Riccardo Lombardi

Volpedo 17 ottobre '09 bAppunti della relazione del Prof. Giovanni Scirocco a Volpedo (AL), sabato 27 settembre 2014 in occasione del VII raduno del Gruppo di Volpedo.

Dall’intervista di Giampiero Mughini, Mondoperaio, del novembre 1978:
“Una volta ti sono venuti in casa i ladri. Sembra che non abbiano trovato nulla”. “Hanno portato via un orologio di metallo, una vecchia pelliccia sfasciata di mia moglie, una valigia che mi era molto comoda per andare in aereo senza doverla consegnare”. “Hai mai pensato ad avere più soldi?” “Non avrei saputo che cosa farne. Non ho neppure una casa. Mi basta poter comprare dei libri”. “Una vita dedicata alla politica. Ti sei privato di qualcosa?” “No, non mi sembra”. Da queste poche righe si potrebbero trarre molte considerazioni. E’ una concezione della politica che spiega, di per sé, lo straordinario fascino che hanno esercitato, in tutti coloro che li hanno incontrati, questi personaggi e in particolare Riccardo Lombardi. Sono convinto che tutti noi sappiamo esattamente dire come e quando sono diventati “lombardiani”. Continua la lettura di Attualità e lungimiranza del pensiero di Riccardo Lombardi

Paolo LEON: “La nuova Commissione di Juncker si muove nel solco di una sostanziale continuità con il passato”

European- and council election campaignDi Paolo Leon da “Rassegna Sindacale” – 26/09/2014. E’ impressionante la continuità europea delle politiche economiche conservatrici: nonostante la più grave crisi dal 1929, le politiche europee hanno operato in senso sempre più recessivo. I parametri di Maastricht (3 per cento deficit-Pil) hanno mantenuto una flessibilità da normale ciclo economico, mentre nel corso della crisi sono stati approvati interventi sempre più depressivi: euro-plus, two-pack, six-pack, fiscal compact, pareggio di bilancio pubblico in Costituzione.  E le cose non sono cambiate, nonostante le promesse, con la nuova Commissione presieduta da Jean-Claude Juncker, i cui componenti si sono insediati ufficialmente lo scorso 10 settembre: da un lato, con la risibile somma del contributo promesso di 300 miliardi di euro per la crescita, da dividere in 6 anni e 28 paesi, e che deriva dallo stesso credito dei singoli paesi membri,  e, dall’altro e soprattutto, con il mantenimento a oltranza delle politiche di austerità, anche quando le basi teorico-statistiche del rapporto austerità e crescita sono state falsificate. Continua la lettura di Paolo LEON: “La nuova Commissione di Juncker si muove nel solco di una sostanziale continuità con il passato”

Per una reale politica keynesiana in Italia

lavoratori terradi Sergio Ferrari – 9 Settembre 2014, da www.syloslabini.info.In un precedente intervento[1]  si è inteso affrontare le questioni che hanno, via, via alimentato la convinzione della necessità di avviare in Italia una politica industriale sostenuta da interventi pubblici significativi, tanto sul piano quantitativo quanto su quello qualitativo. Aspetti che, in relazione alla crisi economica internazionale e nazionale, non rappresentano la stessa cosa. Una tale politica, proprio perché possa portare a risultati positivi, non può infatti avere solo una dimensione quantitativa. È evidente che l’entità degli investimenti è essenziale, ma a parità di quantità, perché si possano ottenere i necessari risultati sul piano strutturale e temporale, occorre programmare gli interventi tenendo conto delle specificità del nostro sistema produttivo ed economico e del quadro economico esterno con il quale dovrà misurarsi. Continua la lettura di Per una reale politica keynesiana in Italia

Le politiche di austerità e lo specifico italiano

il lavoro primadi Renzo Penna – 4 settembre 2014. “Il governo di Matteo Renzi, forte dei  consensi ottenuti dal PD alle elezioni europee… dovrebbe costruire alleanze per porre al centro delle priorità dell’azione europea il tema degli investimenti nei settori trategicamente più innovativi, con riforme in grado di aumentare l’occupazione, la produttività e realizzare uno sviluppo qualitativo e sostenibile. Al posto di continuare a considerare un tabù il 3% , spezzando il circolo vizioso di una austerità che, senza creare lavoro e sviluppo dell’economia, finisce per non riuscire a tenere sotto controllo neppure il deficit.  “L’Italia è in deflazione, in agosto l’indice dei prezzi al consumo è calato dello 0,1% rispetto allo stesso mese del 2013. Non accadeva dal 1959, ma allora l’economia era in forte crescita. Il circolo vizioso deflazione-stagnazione è già partito: il tasso di disoccupazione nel secondo semestre è risalito al 12,6%, in aumento dello 0,5% rispetto a un anno prima e si stanno perdendo mille posti di lavoro al giorno. Tra i 15 e i 24 anni la disoccupazione è al 46%, mentre al Sud due terzi dei giovani non lavora. Continua la lettura di Le politiche di austerità e lo specifico italiano

Vigevani: “Parliamo allora del Riformismo”

Prima pagina Copertina libro VigevaniPer contribuire al dibattito sul “Riformismo”, riportiamo dal libro “Fausto Vigevani: Il sindacato, la politica” (Ediesse 2014) questo intervento che colpisce per la sua piena attualità. Si tratta di un capitolo estratto dal documento “Riflessioni sulla situazione politica” del giugno 2000, promosso e redatto da Fausto Vigevani e che, in allora, fu condiviso e  sottoscritto anche dai parlamentari socialisti G. Benvenuto, R. Penna, F. Besostri, A. Cabras, L. Besso Cordero, G. Iuliano, G. Murineddo, G. Pittella.

“Parliamo allora del Riformismo
Poiché in queste settimane molti tra i Democratici di Sinistra hanno sottolineato i nostri limiti di riformismo riteniamo necessario e urgente parlarne per una precisa ragione politica attuale. Questa ragione consiste nel fatto che se si vuole vincere alle prossime elezioni politiche, l’ispirazione riformistica deve diventare esplicita e visibile nell’azione del governo e nella iniziativa del centro sinistra e dei D.S. nei prossimi mesi. Sappiamo che la debolezza del riformismo, della sua concezione affonda le sue radici nella storia politica del nostro paese, soprattutto nella sinistra italiana e che le rotture, le divisioni e le contrapposizioni, gli errori e i fallimenti da quella debolezza traggono origine. Continua la lettura di Vigevani: “Parliamo allora del Riformismo”

Zagrebelsky: “Con le “riforme” la politica va al servizio della finanza”

finanza e politicaIntervista a Gustavo Zagrebelsky – da “Il Fatto Quotidiano”, 22 agosto 2014.

Professor Zagrebelsky, che cosa l’ha colpito di più del memorandum 2013 di JP Morgan che presenta notevoli somiglianze con l’agenda di Matteo Renzi?

Prim’ancora del contenuto, del quale un po’ si è discusso, mi impressiona il fatto stesso che quel documento sia stato scritto. E che la sua esistenza non abbia suscitato reazioni. Non fa scandalo che un colosso della finanza mondiale parli di politica, istituzioni e Costituzioni come se queste dovessero rendere conto agli interessi dell’economia: rendere conto, non solo ‘tener conto’.

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Luciano Gallino: “QUATTRO ANNI SPRECATI”

Il crollo del Pilla Repubblica, 19 agosto 2014 –  Il rapporto debito pubblico-Pil sta viaggiando verso il 140 per cento, visto che il primo ha superato i 2100 miliardi. Questo fa apparire i ministri che si rallegrano perché nel corso dell’anno saranno di sicuro trovati tre o quattro miliardi per ridurre il debito dei tristi buontemponi.

“I governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi saranno ricordati come quelli che hanno dimostrato la maggiore incapacità nel governare l’economia in un periodo di crisi. I dati sono impietosi. Dal 2009 ad oggi il Pil è calato di dieci punti.Qualcosa come 160 miliardi sottratti ogni anno all’economia. L’industria ha perso un quarto della sua capacità produttiva. La produzione di autovetture sul territorio nazionale è diminuita del 65 per cento. L’indicatore più scandaloso dello stato dell’economia, quello della disoccupazione, insieme con quelli relativi alla immensa diffusione del lavoro precario, ha raggiunto livelli mai visti. La scuola e l’università sono in condizioni vergognose. Sei milioni di italiani vivono sotto la soglia della povertà assoluta, il che significa che non sono in grado di acquistare nemmeno i beni e i servizi di base necessari per una vita dignitosa. Continua la lettura di Luciano Gallino: “QUATTRO ANNI SPRECATI”

Riformare la Costituzione con Verdini?

Il ventennio di DeaglioCommento, aggiornato, di Renzo Penna al libro di Enrico Deaglio “Indagine sul Ventennio”

– All’inizio del Ventennio il tasso di disoccupazione era al 10,6 per cento, fece segnare il minimo nel 2007 (6,1 per cento) e continuò poi a crescere sino al 12,2 per cento del 2013.
– Nel 1994 quasi 6 milioni e mezzo di persone vivevano in condizioni di povertà, l’11,5 per cento della popolazione. Nel 2012 erano più di 9 milioni e mezzo, il 15,8 per cento.
– All’inizio la pressione fiscale incideva per il 40,77 per cento, nel 2012 per il 44 per cento.
– Le pensioni minime passarono dalle 602.350 lire al mese del 1994 ai 495,43 euro del 2013.
– Nel maggio 1944, quando si insediò il primo governo Berlusconi, lo spread era a 340 punti base; raggiunse il record minimo, sotto i 50 punti base, nel 1998 con l’ingresso dell’Italia nell’Unione monetaria (governo dell’Ulivo). Nel novembre 2011, nei giorni che portarono alle dimissioni anticipate di Berlusconi, il picco massimo: 575 punti base.
– I cittadini di origine straniera residenti in Italia erano mezzo milione del 1994, vent’anni dopo se ne contavano almeno cinque milioni.

Naturalmente il “Ventennio” è quello berlusconiano (1994-2014) raccontato da uno dei migliori giornalisti italiani, Enrico Deaglio, nel suo libro più recente: “Indagine sul Ventennio” (Feltrinelli Editore – marzo 2014) e i dati di raffronto tra l’inizio e la fine del periodo, sopra citati e riportati nel volume, meglio di tante analisi, ci dicono cosa sia stato e abbia significato per il Paese quel periodo. Continua la lettura di Riformare la Costituzione con Verdini?

Matteo Renzi – Il re è nudo

PhotoHandler.ashxdi Antonio Lettieri da “insight” – La crisi dell’eurozona ha assunto un carattere strutturale. Fra la Germania e la maggioranza dei paesi dell’eurozona si è creata una spaccatura incolmabile.

Matteo Renzi in Italia come in Europa non trascura mai di sottolineare con orgoglio il suo indiscutibile successo elettorale alle elezioni europee. La spiegazione, se vogliamo trovarne una non casuale,sta nel fatto che, differenza di altri governi usciti sconfitti dalla prova elettorale, il neonato governo di Renzi non poteva essere considerato complice delle sciagurate politiche europee. Renzi si è presentato come uomo nuovo, un outsider della politica, deciso, secondo uno slogan fortunato, a “cambiare verso” alla politica italiana ed europea. Un compito certamente ambizioso.

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Associazione LABOUR R. Lombardi – "Per una società di liberi e eguali"