Gli Auguri dell’Associazione Labour “Riccardo Lombardi” per il 2015! – Quest’anno a fare da sfondo al tradizionale presepe di Natale ci sono, e non stonano, i volti dei proletari che Pelizza da Volpedo nel 1901 ha ritratto nel celeberrimo “Quarto Stato”. Un anno, il 2014, che si chiude con meno diritti e dignità per chi lavora, meno opportunità per chi lo cerca, mentre nel Paese la disoccupazione ha raggiunto un nuovo record (13,2%), preoccupa, in particolare, quella giovanile (45%) e l’aumento della povertà è il segno più evidente di una società nella quale continuano a crescere le diseguaglianze di reddito e condizione. Continua la lettura di 2015 – Gli Auguri di LABOUR: “Una nuova sinistra con i principi e i valori della migliore tradizione del Socialismo italiano”.
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PAOLO LEON: “riprendere i valori di Fausto Vigevani”
Roma 20 ottobre 2014 – Senato della Repubblica. Intervento del Prof. Paolo LEON alla presentazione del libro “Fausto Vigevani: il sindacato, la politica” di E.Montali e S. Negri.
“Non vorrei continuare con citazioni del pensiero di Fausto, sia perché sono già presenti nel libro che presentiamo, sia perché Renzo Penna ne ha fatta una splendida analisi. Vorrei, se fosse possibile, immaginare che cosa potrebbe essere oggetto della nostra attenzione oggi, alla luce del pensiero di Fausto Vigevani. Non è una cosa semplice, perché sia durante la sua vita sia dopo, sono stati distrutti, e in maniera quasi irreparabile, alcuni degli elementi fondamentali che facevano parte del suo e del nostro pensiero. Parlerò soprattutto del sindacato, che ha fatto una grande fatica, dopo gli anni gloriosi del ‘70, a riconoscere il proprio ruolo politico, unitario e autonomo, come pensava Fausto.” Continua la lettura di PAOLO LEON: “riprendere i valori di Fausto Vigevani”
D’Alema riscopre lo Stato. Ci possiamo fidare?
Roma, 5 dicembre 2014. Intervento Associazione “LABOUR” – Sul “Corriere della Sera” del 29 novembre u.s. viene riportata una intervista a Massimo D’Alema dal titolo: “Renzi lasci la terza via. Bisogna riscoprire lo Stato”. Già dal titolo, pur conoscendo le giravolte tattiche del personaggio, non pare eccessivo pensare che ci si possa trovare di fronte alla manifesta intenzione di imprimere una svolta nella politica del Paese, nel senso che, contrariamente a molti critici della politica del Governo, anche interni al Pd, nel caso dell’intervento di D’Alema questa critica è maggiormente articolata e parte da una autocritica che, sino ad ora, era mancata. L’ex segretario dei Ds, riferendosi a quella “terza via” che prese corso dopo il crollo del muro di Berlino, sostiene: “In tempi recenti sono state avanzate critiche anche aspre di quella esperienza: troppo liberismo, troppe concessioni alla deregulation – e prosegue – la Terza Via fù pensata in una prospettiva ottimistica della globalizzazione, che si è rivelata fallace. L’eccesso di liberalizzazioni ha portato ad enormi diseguaglianze sociali, a grave instabilità economiche e, in ultima analisi, alla crisi del 2008”. Continua la lettura di D’Alema riscopre lo Stato. Ci possiamo fidare?
Gallino: “Il Jobs Act? Una pericolosa riforma di destra”
Il sociologo boccia nettamente il provvedimento del governo: “Non arginerà la piaga della precarietà né rilancerà l’occupazione. Siamo alla mercificazione del lavoro. Renzi continua le politiche di destra di taglio ai diritti. È un fedele esecutore dei diktat della Troika”. E rilancia qui la proposta di una moneta parallela all’euro “per mitigarne i disastri”.
Finito l’iter il Jobs Act sarà legge, per il sociologo Luciano Gallino siamo “alla mercificazione del lavoro, è un provvedimento stantio e pericoloso”.
Scusi professore, lei parla di un progetto vecchio eppure il governo – che del nuovismo ha fatto un cavallo di battaglia – lo sponsorizza proprio per modernizzare il Paese. Dov’è l’imbroglio?
Nel Jobs Act non vi è alcun elemento né innovativo né rivoluzionario, tutto già visto 15-20 anni fa. E’ una creatura del passato che getta le proprie basi nella riforma del mercato anglosassone di stampo blairiano, nell’agenda sul lavoro del 2003 in Germania e, più in generale, nelle ricerche dell’Ocse della metà anni ’90. Inoltre si tratta di una legge delega, un grosso contenitore semivuoto che sarà riempito nei prossimi mesi o chissà quando. Non mi sembra un provvedimento che arginerà la piaga della precarietà né che rilancerà l’occupazione nel Paese.
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La situazione di Renzi e quella del Paese
Roma, 30 novembre 2014, di Sergio Ferrari – “Che Renzi si senta sempre più nervoso è del tutto comprensibile, le sue lenzuolate di ottimismo raccolgono sempre meno credito. Per motivi del tutto ovvii: la crisi internazionale, comunque fuori portata diretta anche grazie ad un’Europa inadeguata, resta sul terreno, ma è la crisi specifica italiana – precedente a quella internazionale ed in corso da qualche lustro che ci relega in coda alle varie classifiche internazionali in materia di qualità e quantità di sviluppo – quella che chiama in causa esclusivamente il nostro intervento e, da qui, le attese per l’azione del nostro Governo. Visto l’andamento dei fatti, è quindi ovvio che gli entusiasti si raffreddino, i dubitosi diventino perplessi, i perplessi, critici e questi aumentino. Continua la lettura di La situazione di Renzi e quella del Paese
ARRESTARE IL CONSUMO DI SUOLO
di Renzo Penna, 24 novembre 2014 – Nei primi giorni dopo le alluvioni l’esecrazione è generale, si cercano i colpevoli, anche chi è scettico sul riscaldamento in atto del pianeta impreca contro il clima, le “bombe d’acqua”, si fa la conta dei danni e si improvvisano piani, interventi strutturali, nuovi appalti che, se attuati, finiscono per causare futuri nuovi disastri. E non è vero che quelle accadute da ultimo, tra la metà di ottobre e di novembre, abbiano rappresentato una novità o siano state imprevedibili, visto che dal 2002 a oggi – secondo l’ultimo rapporto Ance-Cresme – si sono verificati in Italia quasi 2000 episodi di dissesto idrogeologico e il 2013 ha fatto segnare un triste primato con 351 eventi tra frane e alluvioni. Ma, dato ancora più preoccupante, nel solo mese di gennaio di quest’anno sono stati registrati ben 110 episodi. E a causa del dissesto le vittime, in poco più di cento anni, tra morti, dispersi e feriti, sono state 12600 e 700 mila gli sfollati. Per il Piemonte e Alessandria, oltretutto, il mese di novembre di quest’anno segnava l’anniversario della tragica alluvione di venti anni fa, nella quale perirono 12 persone. Continua la lettura di ARRESTARE IL CONSUMO DI SUOLO
SE SONO QUESTI I CONSIGLIERI ECONOMICI DI RENZI!
Commento di Labour, 20 novembre 2014 – Alcune sere fa nella rubrica “Otto e mezzo” de “La Sette”, la giornalista Lilly Gruber ha ospitato l’economista Mariana Mazzucato e un certo Yoram Gutgeld che si è presentato come Consigliere economico del Governo Renzi. Costui, si è appreso nel corso del dibattito, aveva rilasciato una intervista al Financial Times, nella quale, parlando degli effetti della legge di stabilità, sosteneva che questa avrebbe avuto l’effetto di una “bomba atomica”. Se qualcuno vorrà potrà recuperare la registrazione della puntata. Su diversi aspetti se ne potrebbe dedurre qualche preoccupata riflessione intorno alla cultura di questo Governo. Qui ci limitiamo ad un osservazione su un singolo, ma significativo, aspetto relativo alle politiche di sviluppo del nostro sistema industriale. Continua la lettura di SE SONO QUESTI I CONSIGLIERI ECONOMICI DI RENZI!
Salvatore SETTIS: “Il Paese degli alibi”
Milano invasa da Seveso e Lambro, Genova e la Liguria che spiano col fiato sospeso i loro torrenti, Alessandria allagata. Da “la Repubblica” del 16/11/2014 – IL disastro annunciato che colpisce l’Italia a ogni botta di maltempo innesca ogni volta gli stessi effetti: i primi giorni pianti e lacrime, imprecazioni, ipotesi di mega- piani risolutori. Subito dopo, le chiacchiere si dissolvono nel nulla e si torna alla consueta strategia dell’oblio. Eppure quel che è in ballo è la vita dei cittadini, la salute del territorio, la salvaguardia delle generazioni future. Viceversa, ci industriamo a sbandierare alibi: cambiamenti climatici, bombe d’acqua, il fato, la sfortuna. Ma non ci sono scuse: non è vero né che questi disastri siano imprevedibili, né che siano recente novità, dato che già negli anni 1985-2011 si sono verificati in Italia 15.000 eventi di dissesto, di cui 120 gravi, con 970 morti (rapporto Ance-Cresme). Continua la lettura di Salvatore SETTIS: “Il Paese degli alibi”
Convegno: “L’ITALIA CHE VOGLIAMO Più libera, giusta e solidale” – Roma 15 novembre 2014
Intervento di Sergio Ferrari per l’Associazione LABOUR “Riccardo Lombardi” – “Sono oltre 20 anni che nel nostro paese la voce socialista non ha più la forza di una presenza sociale, culturale, e politica quale quella che abbiamo conosciuto. Tra le varie conseguenze c’è anche quella per cui dell’esistenza di una storia, di un pensiero socialista si è persa la memoria. Le nuove generazioni dovrebbero essere prese da una strana curiosità storica per – se non condividere – ma almeno conoscere questa storia . E questo è già un problema negativo che molti – non certo i presenti – tendono coscientemente ad alimentare. Ma occorre aggiungere che i non pochi tentativi di correggere questa deriva, non sono stati e non sono tuttora, all’altezza di questa situazione. E tanto per evitare di cercare motivazioni poco convincenti di questa storia, sembra che vada ricordato come sia vero che esistono difficoltà del movimento socialista anche in altri paesi a noi confrontabili, ma non nei termini in cui la possiamo misurare da noi: la situazione italiana mi sembra del tutto anomala. Il fatto è che mentre tutti stanno festeggiando i 25 anni dalla caduta del muro, da noi si dovrebbe commemorare anche i 25 anni dalla chiusura del socialismo, cosa che non mi sembra ne banale e nemmeno rintracciabile in altri paesi. Ma di questo non si parla nemmeno tra noi.” Continua la lettura di Convegno: “L’ITALIA CHE VOGLIAMO Più libera, giusta e solidale” – Roma 15 novembre 2014
«Roma così non l’avevo mai vista». Pasolini racconta Di Vittorio
Con questo articolo di Pier Paolo Pasolini (da «Vie nuove», 16 novembre 1957) ricordiamo Giuseppe Di VITTORIO, il primo Segretario Generale della Cgil, nel 55esimo anno dalla scomparsa (3 novembre 1957). “Non ho mai visto gente così, a Roma. Mi sembra di essere in un’altra città. Umilmente dimostrano quale sia la forza della coscienza. Dimostrano che la storia non ha mai soste”. “Salgo da Porta Pia, piano e un poco svogliato. L’atmosfera è com’è ai margini degli avvenimenti pubblici: tempestosa, senza colore e quasi senza suono. Cominciano a fermarsi i primi autobus, le automobili, isteriche, qua e là, protestano con angosciosi e brevi suoni di clacson. Guardo la gente, che va verso il Corso d’Italia, come me, o che resta lì, a Porta Pia: dei giovani che non distinguo bene si sono arrampicati sul monumento al bersagliere, lasciando sotto il piedistallo una frotta di motori. Ci sono soprattutto uomini anziani, operai e impiegati, e molte donne, umili e non giovani.C’è un vento magro di autunno, con una luce settentrionale, bianca e confusa. E un grande silenzio, che i rumori, attutiti e come laceri del traffico, rendono più strano. Ormai di qua e di là del Corso d’Italia le ali della folla sono fitte: nel centro della strada passano reparti di polizia: se ne vanno come inesistenti. Non c’è inimicizia tra loro e la folla. Tutto pare come sospeso, rimandato: anche io mi ritrovo solo con gli occhi, e come senza cuore, in pura attesa. Ma intanto attraverso gli occhi, il cuore si riempie.Non ho mai visto gente così, a Roma. Mi sembra di essere in un’altra città.
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