Archivi categoria: Ambiente

Daniela Palma: “La sfida del Green new deal legata alla ricerca”

Perché (e in che misura) la sfida del Green new deal si gioca su ricerca e innovazione – Per sostenere la capacità di innovare è necessario ridurre il divario tecnologico tra paesi, chiamando in causa un rinnovato ruolo dell’intervento pubblico nella veste di “Stato imprenditore”

di Daniela Palma da greenreport.it, ottobre 2019

Fuori dai riflettori che nelle scorse settimane si sono accesi sulle numerose manifestazioni in difesa del clima globale, l’avvio di un percorso di azioni per contrastare l’innalzamento della temperatura terrestre sembrerebbe ormai segnato. La via – sull’onda delle recenti proposte dei democratici americani – è quella di un “Green new deal”, un grande piano di interventi volto a ridurre strutturalmente l’impatto dell’attività umana sul clima e per molti versi ispirato a quella straordinaria politica di investimento pubblico intrapresa dagli Stati Uniti per contrastare gli effetti della Grande Depressione del ’29. A fronte di quella che si ritiene una vera e propria “crisi climatica” – piuttosto che l’esito non meglio specificato di un “cambiamento climatico”, che continua ad alimentare molte delle polemiche negazioniste – l’obiettivo è diventato infatti quello di rendere compatibile crescita economica e stabilizzazione del riscaldamento globale, approdando gradualmente ad un nuovo modello di sviluppo.

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Penna: “CAMBIA IL CLIMA E IL PAESE SI SCOPRE FRAGILE”

“I fenomeni atmosferici di questo autunno che hanno flagellato la penisola, mai così estremi per intensità e diffusione, ci dicono che il cambiamento del clima è in atto e riguarda, insieme al bacino del mediterraneo, direttamente il nostro Paese. A lanciare l’allarme è uno studio internazionale, pubblicato dalla rivista scientifica Nature Climate Change, che rappresenta un monito soprattutto per i paesi del sud del Mediterraneo. Secondo l’analisi – la prima a valutare a largo spettro le conseguenze per chi vive nel mare racchiuso tra Europa ed Africa – la temperatura media è già aumentata di 1,4 gradi centigradi rispetto all’era pre-industriale. Ciò significa che nella regione i cambiamenti climatici progrediscono ad un ritmo più veloce rispetto al resto del mondo. A livello globale, infatti, la crescita della temperatura è stata, finora, di un “solo” grado. Questa diversa progressione del fenomeno si registra anche ai due poli della terra. Mentre il riscaldamento dell’Artide procede a velocità doppia, l’Antartide conserva una temperatura più fredda. Nell’estremo nord – nei territori di Russia, Canada e Stati Uniti che circondano il Circolo Polare – con il ritrarsi dei ghiacciai, la terra congelata da millenni tende a sciogliersi (permafrost) e i climatologi temono che si liberi in atmosfera una grande quantità di gas serra rimasta per millenni immobilizzata.

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Ferrari: “La strategia energetica del Governo non convince”

EnergiaSergio Ferrari: “La strategia energetica non convince senza un piano dell’innovazione” (da: www.scienzainrete.it) – 15 ottobre 2017

L’elaborazione della nuova Strategia Energetica Nazionale è stata avviata nei mesi iniziali dell’anno in corso con una comunicazione informativa in sede parlamentare e poi con una Nota con la quale il Ministro Calenda e poi anche Galletti, fornivano alcune indicazioni circa gli indirizzi che il Governo intendeva assumere in materia di politica industriale e di politica energetica. La Nota dei Ministri indicava la presentazione a breve di una bozza relativa alla strategia energetica nazionale che disegnerà  un percorso per abbassare stabilmente il costo dell’energia, assicurare gli approvvigionamenti e far crescere gli investimenti su efficienza energetica. Bozza che – anche avendo tenuto conto di un ampio processo di consultazioni di soggetti privati e pubblici, condotto dai due Ministri nelle settimane precedenti – veniva pubblicata il 12 giugno come “Documento di consultazione pubblica” con un Invito espresso congiuntamente dai due Ministri il 21 agosto rivolto a tutti i cittadini interessati per avviare un esame ed, entro un mese, elaborare i relativi commenti, segnalazione e proposte che saranno valutate per la predisposizione del documento finale. Il rilievo della strategia energetica ai fini della qualità  economica, sociale e ambientale dello sviluppo del Paese e la complessità  delle questioni micro e macro coinvolte, giustifica più che ampiamente il percorso partecipato indicato dal Governo, pareri che però sono rimasti riservati e, a questo punto, sembra necessario immaginare che tali resteranno.

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Penna: “Acqua, il primo dei Beni comuni”

ato 6 non sprecare acquadi Renzo Penna – Il concetto di “beni comuni” in economia indica quei beni, quali le risorse naturali esauribili (l’acqua, la fauna, la flora,…) dal cui sfruttamento nessuno può essere escluso. Per questo il problema dei beni comuni era, in origine, quello di stabilire delle regole che permettessero l’uso universale della risorsa prevenendone l’esaurimento. Un esempio è la legge che istituisce il fermo biologico nella pesca. Tuttavia, con il tempo, il concetto si è allargato e con esso gli obblighi che derivano dallo sfruttamento dei beni comuni. Considerando ad esempio l’aria, essa poteva dirsi inesauribile prima dell’era industriale, mentre oggi l’inquinamento ne compromette la qualità e la possibilità di “sfruttarla” per la vita. I processi di privatizzazione di alcuni servizi che distribuiscono i beni comuni mettono inoltre a rischio l’accesso universale agli stessi. In questo campo la maggiore criticità è rappresentata dall’acqua, bene comune per eccellenza in quanto assolutamente indispensabile alla vita.

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Ferrari: Piano Energetico

piano energeticoDi Sergio Ferrari – Il Documento del Governo del 10 maggio u.s. in materia di Sistema Energetico Nazionale 2017, intende fornire, in attesa e come preparazione del testo finale, essenzialmente lo stato dei lavori attuale, presentando quelli che vengono indicati come le linee di politica generale per il settore, oltre al lungo elenco di attori che sono stati contattati dal Governo. E’ ampiamente nota la dimensione economica, sociale e ambientale del tema Energia e quindi la complessità delle tematiche che si pongono sia a livello territoriale che a livello delle relazioni internazionali, che costituiscono, queste ultime, uno delle questioni più complesse e discusse passando dalle due crisi energetiche degli anni ’70, sino agli attuali conflitti con dimensioni terroristiche.

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Penna: “CHI HA AFFOSSATO LA POLITICA DI PREVENZIONE?”

mappa pericolosità sismicaRenzo Penna – Nella prima decade d’agosto del 2009 ero alle prese con gli appunti, raccolti nel corso degli anni, per dare sistematicità all’esperienza politico-amministrativa di Assessore all’Ambiente della Provincia di Alessandria[1]. Un lavoro di un paio d’anni che si concluderà nei primi mesi del 2011 con la pubblicazione di “Ambiente da Limite a Valore”[2]. Con tra le mani il resoconto di un interessante convegno, di qualche anno prima, dedicato al Piota “un torrente da salvare”[3], nel quale era intervenuto Giuliano Cannata, teorico dell’ambientalismo scientifico, mi ricordai di aver ascoltato la prima volta l’ingegnere in quel di Alba, poco tempo dopo la tragica alluvione del Tanaro del novembre ’94, dove aveva analizzato le cause di quel disastro.

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Penna: “Le crisi del Capitalismo e dell’Ecologia”

clima che cambiadi Renzo PENNA – L’ultimo libro del professor Luciano Gallino (Il denaro, il debito e la doppia crisi – Einaudi 2015), una sorta di testamento politico-sociale rivolto ai giovani (i nipoti), analizza la doppia crisi del capitalismo e del sistema ecologico. Fra di loro strettamente collegate, con la seconda dipendente dalla prima. Una doppia crisi che è stata, dagli anni ’80 in poi, la causa fondamentale della sconfitta teorica e pratica dell’idea di uguaglianza. Idea, soprattutto politica, che si è affermata con la Rivoluzione francese ed ha avuto nel corso di due secoli una marcia faticosa e incerta, ma che nel complesso ha registrato risultati straordinari. La facoltà di eleggere i propri rappresentanti in Parlamento; la formazione di sindacati liberi; la graduale estensione del voto a tutti i cittadini; la tassazione progressiva; l’ingresso del diritto nei luoghi di lavoro; l’istruzione libera e gratuita per tutti sino all’università; la realizzazione dello stato sociale; i limiti posti alle attività speculative della finanza.

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L’Enciclica del Papa e l’accordo sul clima del G7

clima che cambiadi Renzo Penna –  E’ stato probabilmente l’annuncio dell’attesa Lettera Enciclica di Papa Francesco “Sulla cura della casa comune”, con l’incipit ripreso dal cantico delle creature di san Francesco d’Assisi: “Laudato si’, mi’ Signore”, a favorire l’accordo delle nazioni industriali appartenenti al G7 per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e il contenimento dei cambiamenti climatici in atto. I principali mezzi d’informazione europei hanno presentato l’esito del vertice – svolto ai primi di giugno a Elmau in Baviera – come un importante successo della Cancelliera Angela Merkel che si è prodigata per includere nella dichiarazione finale l’obiettivo di limitare a 2° C il riscaldamento del pianeta entro la fine del secolo, “includendo lo sviluppo e la diffusione di tecnologie innovative nello sforzo di trasformare il settore energetico entro il 2050”.

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Politiche energetiche e lotta ai cambiamenti climatici tra prospettive e contraddizioni

paris climat 2015 Di Sergio Ferrari – Le recenti manifestazioni climatiche con effetti “energetici” particolarmente accentuati, hanno creato un’attenzione e una sensibilità per i problemi che ne stanno alle origini e che incidono sul cambiamento climatico, quali non si erano verificate, nonostante l’impegno degli ambientalisti e non solo, negli anni passati. E’ ragionevole ritenere che questa più attenta sensibilità dell’opinione pubblica abbia agevolato la conclusione positiva della recente Conferenza di Lima dedicata, appunto, alle decisioni da prendere a livello internazionale in materia di controllo delle emissioni e a definire gli impegni che ogni paese dovrà assumere nella Conferenza programmata tra un anno a Parigi. Avendo concordato nel frattempo gli obiettivi generali e le conseguenti azioni per dare attuazione, da parte di ogni paese, a tali impegni.  Questi risultati si distinguono rispetto al passato particolarmente per il fatto che hanno ottenuto l’adesione di paesi come gli USA o la Cina, i due principali consumatori di petrolio, sino ad ora rimasti alla finestra; si tratta, di un’indubbia precondizione per immaginare – dato il peso di questi paesi sulle emissioni globali – un qualche risultato positivo, superiore a quanto ottenuto nel passato, visto che nel complesso i consumi di combustibili fossili sono continuati ad aumentare.

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ARRESTARE IL CONSUMO DI SUOLO

genova cementificatadi Renzo Penna, 24 novembre 2014 – Nei primi giorni dopo le alluvioni l’esecrazione è generale, si cercano i colpevoli, anche chi è scettico sul riscaldamento in atto del pianeta impreca contro il clima, le “bombe d’acqua”, si fa la conta dei danni e si improvvisano piani, interventi strutturali, nuovi appalti che, se attuati, finiscono per causare futuri nuovi disastri. E non è vero che quelle accadute da ultimo, tra la metà di ottobre e di novembre, abbiano rappresentato una novità o siano state imprevedibili, visto che dal 2002 a oggi – secondo l’ultimo rapporto Ance-Cresme – si sono verificati in Italia quasi 2000 episodi di dissesto idrogeologico e il 2013 ha fatto segnare un triste primato con 351 eventi tra frane e alluvioni. Ma, dato ancora più preoccupante, nel solo mese di gennaio di quest’anno sono stati registrati ben 110 episodi. E a causa del dissesto le vittime, in poco più di cento anni, tra morti, dispersi e feriti, sono state 12600 e 700 mila gli sfollati. Per il Piemonte e Alessandria, oltretutto, il mese di novembre di quest’anno segnava l’anniversario della tragica alluvione di venti anni fa, nella quale perirono 12 persone. Continua la lettura di ARRESTARE IL CONSUMO DI SUOLO