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Bufarale: “Riccardo Lombardi, da fautore a critico del  centro-sinistra”

RiccardoLombardi e il '68Aspettando il sessantotto” – Riccardo Lombardi: da fautore a critico del  centro-sinistra –  di Luca Bufarale. Nato nel 1962 dall’intesa tra la Democrazia cristiana, i suoi tradizionali alleati socialdemocratici e repubblicani e il Partito socialista, all’opposizione dal 1948, il centro-sinistra esprime, tra alterne vicende, pressoché tutti i governi italiani almeno sino al 1972 ed è visto quasi unanimemente come uno snodo centrale nella storia della “prima repubblica”. La maggior parte degli studiosi ha sottolineato la contraddizione tra il lungo dibattito che ha preceduto il varo di questa formula politica (e le grandi speranze suscitate) da un lato, e la scarsità dei risultati ottenuti, in termini sia di riforme che di modifica degli equilibri politici, dall’altro. «Come mai – si chiede ad esempio Silvio Lanaro nella sua Storia dell’Italia repubblicana – un’alleanza preparata per quasi dieci anni, negoziata con estrema prudenza e uscita vittoriosa da scaramucce piccole e meno piccole, si rivela poi singolarmente avara di frutti concreti?» (Lanaro 1992, p. 327). In quasi tutte le ricostruzioni storiografiche, e specialmente in quelle che privilegiano il punto di vista del centro-sinistra come “occasione mancata” del riformismo di sinistra, la figura del dirigente socialista Riccardo Lombardi (Regalbuto 1901 – Roma 1984) costituisce un punto di riferimento privilegiato. Continua la lettura di Bufarale: “Riccardo Lombardi, da fautore a critico del  centro-sinistra”

Penna: “Il mondo è stato fatto cambiare”

crisi socialismoRenzo Penna . La crisi della socialdemocrazia e dei partiti socialisti – Di fronte a chi considerava l’inevitabilità delle conseguenze della liberalizzazione dei mercati e del processo di globalizzazione sul welfare, i diritti dei lavoratori, le retribuzioni e l’occupazione, Luciano Gallino sosteneva con forza: “non è vero che il mondo è cambiato”, per poter affermare che ‘there is no alternative’, non ci sono alternative, ma “è stato fatto cambiare”. Sono infatti stati gli accordi internazionali che, privilegiando sopra ogni altro aspetto il commercio mondiale, hanno impresso un indirizzo ai mercati del tutto indifferente agli obiettivi della piena occupazione, delle protezioni sociali dei lavoratori e delle tutele ambientali. Continua la lettura di Penna: “Il mondo è stato fatto cambiare”

Roncaglia: “Breve storia del pensiero economico”

79408_Laudanna 1009.qxdKeynes blog 23 gennaio 2017 – In “Economisti che sbagliano- Le radici culturali della crisi” Alessandro Roncaglia affermava nel 2010 che la crisi economica che stiamo ancora vivendo non è comparabile (come si vorrebbe far credere) a un evento iscritto nell’ “ordine naturale delle cose”, ma il prodotto di valutazioni e di scelte di politica economica guidate da una precisa “visione del mondo” che – come sottolineava lo stesso Schumpeter – “costituisce l’ineliminabile retroterra preanalitico sul quale edificare le costruzioni teoriche”. Con la recente uscita di Breve storia del pensiero economico (Laterza, 2016) questo messaggio ne esce rafforzato: Roncaglia rilancia la riflessione sviluppata ne “La ricchezza delle idee” (2001) sul valore metodologico che sottende lo studio dell’economia politica e sull’impatto che le diverse “visioni del mondo” possono avere sul corso degli eventi economici. Riportiamo qui una presentazione del libro a cura dello stesso l’Autore presso l’Accademia nazionale dei Lincei.

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Labour: “Un dopo-referendum da sviluppare”

popolo-poveroComunicato dell’Associazione “Labour”  per la riunione del “Comitato per il NO” a Roma il 21 gennaio 2017. Comitato presieduto da Massimo Villone e Alfiero Grandi.   “Abbiamo partecipato, come Associazioni “Labour”, alla realizzazione del successo del ‘NO’ nel recente referendum costituzionale. Sul profondo significato politico di quel risultato non è qui necessario tornare. Vogliamo piuttosto richiamare l’impegno di tutti noi per continuare su un percorso che – iniziando dai prossimi referendum della CGIL – sta costruendo quello spazio politico capace di mettere in campo una qualità sociale, economica e ambientale alternativa al degrado in atto in questo paese da molti anni.

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Buon Anno con i Referendum CGIL per i Diritti nel Lavoro!

referendum-cgilTra le iniziative importanti in tema di diritti del lavoro dell’anno che si sta concludendo vi è sicuramente da evidenziare la “coraggiosa” e, per diversi aspetti, lungimirante iniziativa della CGIL che ha raccolto oltre tre milioni di firme su tre importanti quesiti referendari: 1)Voucher; 2)Licenziamento illegittimo; 3)Appalti. Anche alla luce del risultato del Referendum Costituzionale – che ha registrato una netta e, nelle dimensioni, inaspettata vittoria del No – l’appuntamento dei Referendum della CGIL acquista, nel nuovo anno, una rilevanza politica assoluta. Che “Labour” si sente impegnata a sottolineare ed a sostenere. Sapendo che molte/i compagne/i della nostra Associazione, nelle diverse realtà, si sono attivati, sia nella raccolta delle firme che nella loro autentica, mi sento di augurare a tutte e a tutti un Felice Anno Nuovo nel segno di questo nuovo e decisivo impegno dedicato al  valore dei diritti, della democrazia e dignità del e nel  Lavoro, che ci attende nel 2017.

Sergio Negri: “Se 8 Ore”

cop-libro-8-ore-s-negri“Se 8 Ore” è il nuovo libro di Sergio Negri (pag, 168, maggio 2016, Euro 12,00). Edito da Effedì e con la prefazione di Giorgio Simonelli, racconta sotto la forma del romanzo la storica conquista delle Otto ore di lavoro delle mondariso di Vercelli.  È la lotta politica. La lotta strenua, accanita, dolorosa per la conquista delle ore di lavoro nelle risaie del vercellese.Vercelli, 1906. Lo sciopero delle mondine determina le agognate 8 ore di lavoro, una conquista storica di portata immensa per le donne e per i lavoratori tutti. In questo romanzo l’autore racconta la storia di Rosa Maria, che è una storia in cui il percorso di formazione, le passioni amorose, i legami familiari, per quanto intensi, sono dominati da una presenza che si impone su tutto come una vocazione.

Lettieri: “L’euro e il rischio Trump nell’Unione”

trampAntonio Lettieri – Dopo la vittoria di Donald Trump non solo ci si deve interrogare sulle ragioni del suo imprevisto successo in America, ma anche su quale lezione se ne possa trarre per l’Unione europea. Si tratta evidentemente di situazioni politiche non sovrapponibili. Eppure, non ostante tutte le differenze, gli scenari presentano intriganti punti in comune. Innanzitutto, la crisi economica che in modi diversi ha toccato le due sponde dell’Atlantico; poi la crisi dei tradizionali assetti politici. Gli stati Uniti e l’Europa sono stati entrambi colpiti dalla Grande recessione. Con una differenza fondamentale. L’America di Barack Obama ha ripreso a crescere in tempi relativamente rapidi e già nel 2014 il reddito nazionale aveva superato quello antecedente alla crisi. La disoccupazione giunta al 10 per cento al culmine della crisi è stata ridotta al 4,9 per cento. Il contrario si è verificato nell’Unione europea e, in particolare, nell’eurozona dove la crisi ha avuto effetti devastanti.

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Carniti e il Referendum: “No a questo pasticcio”

pierre-carnitiPierre Carniti – da ‘Giustizia & libertà’, 12 Ottobre 2016

Le Costituzioni possono essere cambiate, ma non all’ingrosso, mentre questa riforma ne modifica oltre un terzo. Inoltre lo fa dividendo il paese, aumentando la confusione, disegnando un Senato che difficilmente potrà funzionare.

La combinazione con l’Italicum, poi, indebolirebbe il tessuto democratico e la divisione dei poteri. Prescindo da molte delle critiche alla proposta di riforma costituzionale, già sollevate da costituzionalisti, commentatori e politici, che in larga parte condivido. Le ragioni specifiche che mi determinano a votare no sono fondamentalmente tre.

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Ferrari: “Le variazioni del PIL e la specificità della nostra crisi”

variazioni-pilSergio Ferrari Le attese nei mesi scorsi per conoscere le variazioni trimestrali del Pil nazionale avevano certamente dei buoni motivi, visto la condizione molto critica del nostro sviluppo; una condizione per la verità non esclusiva per il nostro paese dal momento che si parlava di una crisi strutturale internazionale. Il dibattito acceso intorno allo zero della nostra crescita era, tuttavia, il segno di un nervosismo acuto, anche perché non erano comunque questi i dati che avrebbero potuto o meno motivare l’esistenza di una nostra uscita dalla crisi. Questa osservazione vale anche per i dati presentati ai primi di settembre dall’Istat, al quale va riconosciuto una tenuta professionale rispetto alle sollecitazioni immaginabili.

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Mazzucato: “La Finanza ha le mani strette al collo della politica”

mondo-finanziarioMariana Mazzucato – Molte delle nostre politiche fiscali sono pressoché inutili, e le società multinazionali ne approfittano. Ma queste società fanno anche di più: lavorano per indebolire i nostri sistemi fiscali. Apple ha cominciato negli Stati Uniti a mettere i singoli stati federali in competizione l’uno contro l’altro. Nel 2006 la società basata a Cupertino, in California, ha fondato una sussidiaria di investimento in Nevada per non pagare tasse sulle sue plusvalenze finanziarie. La stessa strategia che ora sta mettendo in campo nel resto del mondo. Dopo la decisione dell’Unione europea contro l’Irlanda, Apple ha minacciato di ritirare i suoi investimenti dal Paese, verso altri Stati che offrano garanzie migliori dal punto di vista fiscale.

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