Scelte radicali per uscire dalla recessione: social compact, riforma della Bce, fine dell’austerity e Conferenza sul debito
1. Contro la crisi stop all’austerità, politiche espansive e orari di lavoro ridotti
La proposta politica di base attorno alla quale ruota il programma elettorale della Lista Tsipras per le prossime elezioni europeo è quella di combattere la crisi e la recessione che ha colpito da circa sette anni l’Europa con una radicale inversione di rotta “almeno su tre fronti contemporaneamente: mettere fine all’austerità, avviare politiche economiche espansive e innovative, puntare alla piena occupazione e alla riduzione dell’orario di lavoro”. Tra gli obiettivi a breve termine, la Lista Tsiprar propone la cancellazione del Fiscal Compact, la modifica radicale dei Trattati, a partire da quello di Maastricht, che costituiscono il documento di riferimento dei vincoli di bilancio per gli stati membri dell’Unione Europea. Di peso, dal punto di vista politico, anche l’idea di arrivare al superamento della Nato, procedendo all’integrazione degli eserciti nazionali, per una difesa comune che agisca sempre più per la gestione politica dei conflitti, sempre e solo sotto l’egida e la legittimazione delle Nazioni Unite.
2. Una Conferenza sul Debito europeo per fermare la china della depressione
La Lista Tsipras propone di affrontare il nodo del debito pubblico europeo in chiave politica, e non finanziaria, avviando una trattativa politica sulla questione del debito a livello europeo e in una sede comune. Da qui l’idea di indire una Conferenza del Debito Europeo, che permetta di un taglio dei debiti dei singoli stati “che per le loro dimensioni appaiono chiaramente non riscuotibili”, oltre ad una ristrutturazione dei debiti rimanenti, allungando i periodi della restituzione, anche grazie a forme di mutualizzazione su scala europea del debito.
3. Abolire il Fiscal Compact, tornare alla versione originaria dell’articolo 81 della Costituzione
Sempre connessa al nodo del debito pubblico europeo è la richiesta di abolire immediatamente il Fiscal Compact, prima della sua entrata in vigore prevista nel 2016. Un modo per neutralizzare il ricorso obbligato al cosiddetto Fondo salva Stati (Meccanismo europeo di stabilità, MES). In particolare, la Lista Tsipras chiede di ripristinare la formulazione originaria dell’articolo 81 della Costituzione, eliminando la modifica – votata da più dei due terzi delle Camere e quindi non sottoponibile in quanto tale a referendum – che impone all’Italia il pareggio di bilancio.
4. Credito, cambiare i Trattati per cambiare la Bce (e imitare la Federal Reserve Usa)
Un altro punto fermo del programma elettorale della Lista Tsipras riguarda la modifica dei Trattati Ue per cambiare la mission e i compiti della Banca centrale europea. L’Europa, sottolinea il documento, ha “bisogno di una banca centrale che funga da prestatore – e compratore – in ultima istanza, ovvero che possa acquistare i titoli di stato dei paesi più in difficoltà per inibire all’origine la possibilità di speculazione da parte dei poteri finanziari privati”. Il divieto a farlo, previsto dal Trattato oggi in vigore, “è del tutto assurdo, infatti è l’unico caso al mondo tra le Banche centrali”. In virtù di questo divieto, sottolineano i promotori della Lista, “tra il 2011 e il 2012, la BCE ha prestato alle banche europee oltre 1.000 miliardi di euro al tasso di interesse del 1%. Quelle medesime banche hanno poi prestato agli Stati a tassi di interesse nettamente superiori, in Italia fino a oltre il 6 per cento”. In concreto, si tratta di modificare la priorità che guida l’azione della Bce: alla lotta all’inflazione – priorità attuale – va sostituita la priorità della lotta alla disoccupazione”. In altre parole,la Bce dovrebbe determinarle sue politiche sull’andamento del tasso di disoccupazione interno, come la Federal Reserve Usa.
5. Un prestito ai Paesi per creare lavoro e garantire l’accesso al credito delle Pmi
Se il dramma principale dell’Europa è la disoccupazione,la Lista Tsipras propone di dare ad ogni paese membro la possibilità di emettere un prestito obbligazionario finalizzato esclusivamente alla creazione di lavoro con la contemporanea garanzia da parte della Bce di acquisto di una quota congrua sul mercato secondario. Allo stesso modo la Bce dovrebbe “favorire il credito a banche che garantiscano prestiti a basso interesse nei confronti del sistema delle piccole e medie imprese”, il più sofferente per l’attuale paralisi del credito. Altra proposta riguarda la creazione di un’agenzia Ue di rating, che emetta valutazioni sulla affidabilità finanziaria dei singoli paesi in base a criteri riguardanti gli aspetti dell’economia reale, quali l’incremento della occupazione.
6. Contro la finanza creativa, paletti ai derivati e separazione tra banche di investimento da quelle commerciali
Riguarda il credito, la finanza, e lo strapotere di questa rispetto all’economia reale anche la proposta della Lista Tsipras di separare in modo drastico le banche commerciali da quelle di investimento, ovvero “fare in modo che esse non facciano parte dello stesso gruppo finanziario, al fine di non esporre il risparmio dei cittadini ai rischi della cosiddetta finanza creativa”. Altri punti programmatici riguardano l’introduzione di un tetto massimo per le retribuzioni e i bonus dei dirigenti degli istituti bancari e delle società di capitale, e il divieto di collocare fuori dal bilancio qualsiasi forma di attivo o di passivo,”in modo da rendere trasparente il bilancio delle banche e evitare che queste aggirino norme e controlli”. Infine, il programma per le Europee chiede una drastica limitazione e una regolazione dei titoli derivati.
7. Il Fisco da cambiare: Tassa sulle transazioni finanziarie e lotta all’evasione
Armonizzazione fiscale, lotta all’evasione e introduzione di una vera tassazione sulle transazioni finanziarie, allo scopo di contenere i movimenti di capitale a solo fine speculativo (Tobin tax) sono principali obiettivi della Lista Tspiras per quanto riguarda il capitolo Fisco. Il programma prevede anche l’obbligo di una rendicontazione finanziaria paese per paese (country by country reporting) per le imprese multinazionali.
8. Un Piano europeo per l’Occupazione e taglio all’orario di lavoro
Il problema della disoccupazione si è andato aggravando negli anni della crisi, al punto da rendere necessario procedere con politiche occupazionali che prevedano la riduzione dell’orario di lavoro (in modo da permettere l’assorbimento di nuovi lavoratori) e la garanzia di un reddito minimo garantito, inteso come “strumento indispensabile per spezzare i ricatti nel mercato e nel mondo del lavoro e affermare il diritto all’esistenza”. Il programma di Tspiras auspica anche un “nuovo corso dell’economia” europea, che adottando strumenti di rilancio come il new deal di F. D. Roosevelt permetta all’economia europea di ripartire. In particolare, il programma perle Europee ritiene che il prossimo Parlamento Europeo debba elaborare un Piano europeo per l’occupazione, che stanzi almeno 100 miliardi di euro per dieci anni per fornire occupazione a 5-6 milioni di disoccupati e inoccupati entro un tempo breve.
9. All’Europa serve un social compact e una Maastricht dei saperi
Invertire la rotta su scuola, università e ricerca. È una delle priorità della Lista Tspiras, che punta ad una “Maastricht dei saperi”, cioè un “accordo, vincolante e reso attuativo per mezzo di interventi sanzionatori, sul raggiungimento di determinati obiettivi: quote di investimento in istruzione e ricerca, servizi minimi agli studenti (borse di studio, alloggi, accesso alla cultura, reddito), sostegno all’innovazione, nella prospettiva di un generale livellamento verso l’alto delle politiche dell’educazione e di una reale convergenza sulla best practices a livello continentale. Un altro obiettivo è lì adozione di un trattato detto “Social compact”, con misure immediate per affrontare le conseguenze sociali delle politiche di austerità.
10. Aprire l’Europa all’immigrazione e assicurare i diritti base ai migranti
Il capitolo dell’immigrazione è uno dei più delicati per le prossime Europee, perchè in tempi di crisi l’idea di “aprire” l’economia e il sistema sociale ai nuovi arrivati crea sempre attriti e preoccupazione di un indebolimento delle garanzie e del sistema di vita. Come in molti altri punti, le proposte della lista Tspiras sono, sotto questo profilo, abbastanza radicali, a cominciare dalla richiesta di ratificare velocemente la Convenzione Onu del 1990 “sui diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie” (mai firmata da nessuno Stato Ue) per migliorare le politiche di accoglienza e di integrazione dei migranti nel vecchio Continente. Per Tspiras, è poi “urgente l’adozione da parte dell’Unione Europea di politiche migratorie che rendano effettivamente possibile alle donne, agli uomini e ai bambini di altri continenti di raggiungere legalmente il territorio europeo senza mettere a rischio la propria vita”. In concreto, si tratta di ampliare e armonizzare le norme che regolano l’ingresso nella Ue per motivi di lavoro. A seguire, riformare il Regolamento Dublino III, abolendo l’obbligo di presentare richiesta di asilo nel primo paese di arrivo, e aprire canali di ingresso protetto per le persone bisognose di protezione internazionale.