di Renzo Penna
Alessandria, 18 luglio 2006
Secondo l’Osservatorio nazionale del Comieco° e di Legambiente il 95% degli italiani considera importante la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, mentre il suo successo – sostengono gli intervistati – non dipende solo dal ruolo svolto dagli enti locali, ma altrettanto importante è considerato l’impegno che devono fornire tutti i cittadini. Un risultato in controtendenza che evidenzia una forte sensibilità al tema da parte dei singoli cittadini e deve incoraggiare gli amministratori ad un maggiore ed innovativa iniziativa per favorire comportamenti di consumo capaci di ridurre, in origine, le quantità dei rifiuti e modalità di raccolta che incentivino la separazione, il riutilizzo e il riciclo dei materiali. Favorire politiche di prevenzione e diffondere modelli di comportamento positivi rappresentano le migliori soluzioni per promuovere tra i cittadini il senso civico e l’assunzione di responsabilità nei confronti di un problema, come quello dei rifiuti, di natura collettivo.
L’economia del riciclo.
Secondo gli studi dell’Istituto di Ricerche Ambientali Italia l’economia del riciclo rappresenta già un comparto economico vitale. Ciò è testimoniato dal fatto che, nel periodo 2000-2004, il suo indice di produzione è aumentato del 5%, mentre, nello stesso periodo, quello industriale è calato del 3,8%. Inoltre il potenziamento della raccolta e del riciclo dei materiali è destinato ad assumere un valore strategico crescente in quanto, oltre ad alimentare l’industria nazionale, l’industria del riciclo riduce la dipendenza dalle importazioni di materie prime e, nel contempo, favorisce le esportazioni di materia seconda. Il raddoppio della raccolta di carta e cartone, da un milione di tonnellate a oltre due milioni raggiunto dal 1998 ad oggi, ha consentito, ad esempio, al nostro Paese di diventare esportatore di carta da macero, con un saldo positivo di circa 300 mila tonnellate nel 2005. Il riciclo dei rifiuti rappresenta così, per il sistema paese, un beneficio, non un costo; è dimostrato che in un lasso di sei anni i vantaggi per i cittadini italiani in termini economici, sociali e ambientali sono quantificabili in oltre 600 milioni di euro.
Viene stimato, infatti, che la riduzione dei consumi energetici, associata al riciclo di materia, si collochi tra i 14,7 e i 18,2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (tep), dato particolarmente significativo se rapportato con i 190 milioni di tep dell’attuale consumo energetico nazionale.
Sotto il profilo ambientale l’economia del riciclo determina poi una riduzione delle emissioni di gas serra stimabile tra i 38 e i 59 milioni di tonnellate di CO2.
Le ragioni di EcoLavori
E’ per aumentare la conoscenza e la consapevolezza sulle potenzialità delle nuove tecnologie ambientali, e per sostenere le imprese della provincia già impegnate nelle attività di riciclo e recupero che, insieme alla regione, abbiamo organizzato ad Alessandria EcoLavori: ”La Prima settimana della Sostenibilità e del recupero di materia”, e ospitato dal 5 all’11 giugno alla caserma Valfrè la mostra EcoFatto della fiera di Rimini; la più grande rappresentazione di oggetti prodotti con materiali riciclati.
La provincia di Alessandria è, come noto, impegnata a migliorare la qualità e la quantità della raccolta differenziata dei propri rifiuti urbani per ridurre al minimo l’utilizzo delle discariche e il conseguente aumento dell’inquinamento. In questo campo dobbiamo recuperare terreno e puntare a mantenere il passo nei confronti delle principali province del Piemonte (Torino, Novara, Verbano, Asti, Cuneo e Biella) che negli ultimi anni hanno conseguito risultati molto lusinghieri.
Per questo ci siamo posti l’obiettivo di raggiungere, in questo mandato amministrativo, il risultato dei due terzi dei rifiuti raccolti in maniera differenziata. Obiettivo conseguibile solo unendo agli sforzi e alle capacità operative dei comuni (attraverso i consorzi e le aziende di raccolta), la consapevole e convinta collaborazione dei cittadini.
I positivi risultati della Raccolta Differenziata ad Alessandria.
Su questa strada non posso che condividere, con i responsabili dell’Amiu e del consorzio alessandrino, la soddisfazione per l’andamento e i risultati del nuovo sistema di raccolta domiciliare che si sta realizzando, in maniera graduale, nella città capoluogo. Risultati che permetteranno ad Alessandria di raggiungere nel 2006, come valore medio, il 40% di raccolta differenziata e a tutto il consorzio di superare, nello stesso periodo, la soglia del 35%.
Una nuova modalità che al quartiere Cristo, dove si applica da quasi un anno, così come agli Orti, al Galimberti e al Villaggio Borsalino, ha potuto, in generale, contare sulla disponibilità e la collaborazione dei cittadini. Consenso e collaborazione senza le quali non sarebbe stato possibile raggiungere e confermare percentuali di raccolta differenziata che si collocano, per gli attuali 38mila abitanti interessati, tra il 65 e il 70%.
Collaborazione, consenso e partecipazione dei cittadini che devono essere sempre perseguiti attraverso una comunicazione e un servizio puntuale ed efficiente, una informazione trasparente sulla destinazione e l’impiego dei diversi materiali raccolti e la piena disponibilità ad affrontare e risolvere i problemi che, inevitabilmente, il nuovo sistema, nella fase di avvio, può causare.
Fondamentale per i risultati il coinvolgimento dei cittadini.
Avendo però chiaro un elemento di fondo indiscutibile: solo eliminando i grandi cassonetti dalle strade e posizionando i nuovi contenitori – che per numero e dimensione possono variare – nella piena disponibilità e responsabilità degli abitanti di un preciso numero civico, è possibile ridurre le quantità dei rifiuti e ottenere significativi risultati qualitativi e quantitativi di raccolta differenziata.
Differentemente, e in questo ci è a sostegno l’esperienza di alcuni anni maturata in centinaia di comuni e decine di consorzi di differenti regioni, si può anche genericamente sostenere che: “si fa la raccolta differenziata”, ma, nei fatti, in quelle gestioni rimane centrale, non il recupero, il riutilizzo e il riciclo dei materiali, ma il conferimento della maggior parte dei rifiuti nelle discariche.
Toccherà adesso ad altre realtà seguire il buon esempio del capoluogo: un primo gruppo di sette comuni°° dell’alessandrino appartenenti ad un territorio omogeneo, con una popolazione complessiva di circa novemila abitanti, è previsto passi nei prossimi mesi al nuovo sistema di raccolta, mentre Casale e gli altri comuni della zona sono anch’essi nelle condizioni di avviare, negli stessi tempi, le nuove modalità di raccolta domiciliare dei rifiuti. Seguirà il consorzio maggiore (Valle Scrivia, Ovadese e Acquese) che, per effetto della sua dimensione, sconta qualche difficoltà in più nel processo di riorganizzazione delle aziende, ma si sta predisponendo ad avviare in tempi utili il nuovo servizio.
Il 2006 dovrà, comunque, rappresentare, per tutti i soggetti impegnati nella gestione dei rifiuti della provincia di Alessandria, un anno di svolta per rendere effettivi gli obiettivi che ci siamo prefissi, in primo luogo, nei confronti dei cittadini e a tutela dell’ambiente dei nostri territori.