di Enrico Boselli, Gavino Angius, Valdo Spini
Testo dell’ Appello per un partito del socialismo europeo in Italia, pubblicato su Il RIformista e l’Unità del 31 agosto 2007
Alle compagne, ai compagni e a tutti coloro che si riconoscono nei valori del Socialismo italiano ed europeo e in quelle forze che hanno fatto la storia della Sinistra italiana. Colpisce e preoccupa che con la nascita del Partito Democratico venga meno in Italia una grande forza socialista e democratica, laica, riformista, parte integrante della grande famiglia del Socialismo europeo.
La domanda cruciale allora è: serve all’Italia di domani una grande forza della Sinistra riformista, laica e di governo che possa vivere e radicarsi nella società? Per noi la risposta è sì. E, aggiungiamo, che ciò comporterà necessariamente che sia parte integrante della più grande casa dei riformisti europei, della più consistente forza della Sinistra europea, il PSE, e sul piano mondiale dell’Internazionale Socialista. Al vuoto politico che si viene a creare con la scomparsa dei DS, riteniamo quindi si debba rispondere con un’iniziativa unitaria e di rinnovamento nel campo della Sinistra italiana.
Dunque quale Sinistra? Certo non una categoria generica come la “Sinistra”. Questo è un errore che non vogliamo compiere. Ecco perché riteniamo dirimente per la nostra iniziativa e per il nostro rinnovamento il riferimento al Socialismo europeo ed internazionale e al complesso di valori e di principi che esso rappresenta. Il partito post-ideologico non rappresenta la risposta ai complessi problemi della società italiana, per risolvere i quali serve un riformismo coerente ed efficace, che a quei valori e a quei principi sappia ispirarsi. Le grandi sfide si possono vincere se c’è un pensiero forte a sostegno dell’azione politica. Siamo consapevoli che se si vuole davvero una sinistra all’altezza dei tempi e dei problemi che abbiamo di fronte bisogna che sulle rivendicazioni orgogliose prevalga lo spirito critico verso il passato il quale altro non è se non la vera fiducia nel futuro e nelle proprie idee. Vogliamo cioè che si affermi una rinnovata e fiduciosa convergenza di uomini e di donne, giovani ed adulti che partendo dalle loro precedenti esperienze si rendano disponibili a viverne insieme una nuova.
Il nuovo Socialismo non dovrà – per dirla con Carlo Rosselli – essere” il frutto di appiccicature di partiti e partitelli ormai sepolti, ma organismo nuovo dai piedi al capo, sintesi di tutte le forze che si battono per la causa della libertà e del lavoro”. Le parole del Socialismo sono sempre attuali: libertà, uguaglianza, lavoro, giustizia, progresso sono centrali nell’azione politica dei nostri giorni, ma il loro significato è profondamente cambiato rispetto a quello del secolo passati. Non a caso si è parlato in Spagna di “Socialismo dei cittadini”, perché il grande merito dei socialisti, dei socialdemocratici e dei laburisti europei è stato ed è quello di estendere la battaglia per la tutela del singolo nelle grandi formazioni economiche e sociali in cui è inserito, a quello della tutela e dell’affermazione dei suoi diritti civili senza discriminazioni. Il Socialismo si è sempre identificato con il progresso. Per noi, oggi, il nuovo Socialismo si identifica con un’azione politica consapevole in grado di redistribuire pienamente i risultati del progresso civile, economico, sociale e culturale, la società in tutti i suoi generi, in tutte le sue classi sociali, in tutte le sue provenienze etniche, senza esclusioni. Una società laica, di credenti e non credenti che si rispettano reciprocamente.
Oggi il Socialismo può costituire quel complesso di valori e di principi che ispirano l’azione politica concreta per raggiungere questi obiettivi, per saldare le ragioni delle vecchie e delle nuove generazioni. Il pensiero socialista deve dare un contributo determinante al perseguimento della pace nel mondo, a risvegliare la critica agli effetti di una globalizzazione che accresce le disuguaglianze e che non tutela l’ambiente dai fenomeni che lo minacciano, a difendere il lavoro in tutte le sue forme, in particolare quelle precarie e quelle irregolari, ad affermare una moderna società della conoscenza, a imprimere una spinta a elaborare politiche che ridiano un ruolo ai poteri pubblici democraticamente legittimati, a rifiutare la riduzione dei governi a enti amministrativi, ad agire sempre nell’interesse generale del Paese. Il pieno riconoscimento della libertà umana in ogni sua molteplice espressione costituisce una delle sfide più alte del Socialismo moderno. La riaffermazione dell’etica dei doveri e della responsabilità nella gestione della cosa pubblica sono una sfida irrinunciabile per tutti i progressisti.
Questi sono obiettivi forti e giusti, che vanno perseguiti con chiarezza e determinazione. Una forza politica della Sinistra italiana collocata nel Socialismo europeo è condizione necessaria perché si sviluppi positivamente quel dialogo unitario che noi vogliamo portare avanti all’insegna dell’unità e della chiarezza. Privare gli italiani dei valori del Socialismo democratico nel nostro paese non è solo sbagliato ma costituirebbe anche un imperdonabile errore strategico perché indebolirebbe la Sinistra italiana, privandoci della forza più innovativa e di cambiamento potenzialmente presente nel nostro paese e implicherebbe l’accettazione della cosiddetta anomalia italiana avendo addirittura l’ambizione di esportarla in Europa.
Nessun progressista può accettare passivamente tutto questo. Il pensiero e l’azione socialista e democratica rappresentano la più avanzata frontiera di innovazione sociale, culturale e civile nelle moderne democrazie.
Occorre, quindi, promuovere e dare vita a una forza della Sinistra ancorata ai valori del Socialismo democratico, decisa a tutelare la laicità dello Stato continuamente aggredita e troppo spesso negata, animata dalla volontà di difendere gli interessi del mondo del lavoro in continuo dialogo con il movimento sindacale, impegnata a contribuire a valorizzare il ruolo dell’impresa al fine di favorire uno sviluppo sostenibile, capace di far crescere la società nella coesione sociale e nell’unità nazionale e determinata a restare nel Socialismo europeo.
Questa forza va costruita in modo partecipato e dal basso, per ottenere che sia realmente aperta a tutti coloro che, socialisti, laici, democratici, ambientalisti, si riconoscano in questo ambizioso progetto.
Lanciamo quindi un appello a quanti sono disponibili alla costruzione di un nuovo partito socialista in Italia come nel resto d’Europa, consapevoli che ogni altro ulteriore indugio avrebbe l’effetto di disorientare, disperdere e dividere un’area politica che dobbiamo invece riunire e rilanciare.