Gli Auguri dell’Associazione Labour “Riccardo Lombardi” per il 2015! – Quest’anno a fare da sfondo al tradizionale presepe di Natale ci sono, e non stonano, i volti dei proletari che Pelizza da Volpedo nel 1901 ha ritratto nel celeberrimo “Quarto Stato”. Un anno, il 2014, che si chiude con meno diritti e dignità per chi lavora, meno opportunità per chi lo cerca, mentre nel Paese la disoccupazione ha raggiunto un nuovo record (13,2%), preoccupa, in particolare, quella giovanile (45%) e l’aumento della povertà è il segno più evidente di una società nella quale continuano a crescere le diseguaglianze di reddito e condizione.
Grazie al “Jobs act” del governo Renzi da gennaio per i nuovi assunti non varranno più le principali regole dello “Statuto dei diritti dei Lavoratori”, approvato il 20 maggio 1970 e tenacemente voluto da un Ministro del Lavoro socialista: Giacomo Brodolini che, per la stesura del testo, si avvalse di un altro socialista: il giurista Gino Giugni. Una legge, la n° 300, che, dopo 23 anni dalla Costituente, faceva finalmente “entrare” la Costituzione nei luoghi di lavoro sulla spinta delle lotte operaie e sindacali degli anni sessanta.
Una legge che non tutta la sinistra accolse come un successo, infatti il gruppo parlamentare comunista si astenne ed esponenti politici di estrema sinistra lo considerarono uno Statuto dei sindacati e non dei lavoratori. Dal nuovo anno, per gli assunti, non solo sarà fortemente depotenziato il diritto del lavoratore al reintegro in azienda a causa di un licenziamento senza una giusta causa o un giustificato motivo (art. 18), ma non sarà più vietato l’uso di impianti audiovisivi per controllare a distanza l’attività dei lavoratori (art. 4), mentre le aziende potranno adibire i dipendenti a mansioni inferiori a quelle con le quali erano stati assunti (art. 13).
La Fiumana, magistralmente dipinta da Pelizza, camminava fiera ed orgogliosa del proprio stato anche perchè aveva, da qualche tempo, trovato una propria nuova rappresentanza: nell’agosto del 1892 a Genova era stato fondato il “Partito dei lavoratori italiani” che, un anno dopo, prendeva il nome di “Partito Socialista”. Oggi, il milione di persone che hanno manifestato a Roma il 25 ottobre su proposta della Cgil, o i lavoratori che il 12 dicembre scorso hanno scioperato e manifestato in decine di piazze – insieme agli studenti – su indicazione di Cgil e Uil, sono meno sicuri, nel loro cammino, di poter contare e fidarsi, sul piano politico, di una forza capace di rappresentarli.
Per non contraddire il venditore di almanacchi che, ogni anno, assicura che il prossimo sarà sicuramente migliore, come Associazione formuliamo per il 2015 un augurio laico: la nascita in Italia di una formazione della sinistra che sappia interpretare, aggiornandoli, i principi e i valori della migliore tradizione del socialismo italiano e sappia farli valere sia nel contesto nazionale che europeo.
24 dicembre 2014