Dalla pubblicazione “Volti di un secolo” il ricordo di Riccardo Lombardi scritto, nel settembre ’84, da Rossana Rossanda.
«Non vorrei vivere molto in un mondo dal quale se ne fossero andati i miei amici», ebbe a dire una volta Simone de Beauvoir. E mi viene in mente sentendo della fine di Riccardo Lombardi. Non soltanto perché è triste la perdita di un uomo molto caro e molto rispettato, non soltanto perché è un altro segmento di storia che se ne va, ma perché lentamente se ne sta andando, con compagni come lui, forse l’intelligibilità della nostra stessa esistenza.
Le generazioni politiche sono altra cosa dall’età: ero poco piú d’una ragazzetta quando nel 1944 a Milano conobbi l’ingegner Lombardi, già fondatore d’un partito e suo rappresentante in quel Cln dell’Alta Italia che la gente del Nord considererà sempre il solo vero.