“Politiche del welfare e del lavoro, tra costituzione ed economia“ di Leonello Tronti* – 30 novembre 2022
Relazione al convegno CNEL sugli 80 anni del Rapporto Beveridge, organizzato dalla Fondazione Bruno Buozzi.
Tra il 1881 e il 1889, per ispirazione dell’economista Adolph Wagner, Bismarck diede vita al primo sistema previdenziale moderno (assicurazione contro le malattie e contro gli infortuni, pensione di vecchiaia), che servì da modello per tutti gli altri paesi. Una quarantina d’anni più tardi, l’economista inglese Arthur Pigou (1920) fondava l’economia del benessere, mostrando che il benessere economico della collettività non dipende solo dal prodotto nazionale, ma anche dalla sua distribuzione tra gli individui. Pochi anni dopo, negli anni successivi alla Grande Crisi del ‘29, Roosevelt (1935) e Keynes (1936) – sulle due opposte sponde dell’Atlantico ma anche nei differenti ambiti della politica e dell’economia – convergevano nell’individuare la spesa sociale non solo come sollievo ai problemi di deprivazione economica e sociale,
ma anche come motore della ripresa dalla crisi, formulando con nuovo convincimento l’obiettivo del pieno impiego in una situazione in cui le sole forze del mercato non si mostravano in grado di conseguirlo.
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Dal Coordinamento per la DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE: “Contro un’Autonomia differenziata che nega eguali diritti e spacca il paese“
La crisi sanitaria, economica e sociale derivante dalla pandemia ha posto in immediata evidenza le intollerabili diseguaglianze, accresciute progressivamente nel tempo e aggravate oggi dalla crisi conseguente alla guerra in Ucraina, nel godimento di diritti fondamentali come la salute, l’istruzione, la mobilità, il lavoro. Si è segnalata da più parti la necessità di rafforzare il ruolo dello Stato a tutela dell’eguaglianza e dei diritti, con la formulazione e implementazione di politiche pubbliche forti finalizzate a ridurre i divari territoriali e consolidare l’unità del paese. L’urgenza di una iniziativa così indirizzata è in specie sottolineata dalla necessità di attuare il Piano nazionale di ripresa e resilienza secondo le indicazioni e i tempi dati dall’Europa. Mentre una pericolosa spinta in senso contrario si ricava dalle persistenti richieste di autonomia differenziata avanzate da alcune Regioni senza tenere conto delle esigenze di un’Italia unita e solidale. Spinta che potrebbe oggi concretizzarsi con il Governo Meloni, il cui programma prevede l’autonomia differenziata, affidata per l’attuazione al ministro leghista Calderoli.
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Associazione LABOUR R. Lombardi – "Per una società di liberi e eguali"