“Giacomo Matteotti, un riformista rivoluzionario”
di Antonio Bolognesi
“Ho scoperto chi era veramente Giacomo Matteotti più di vent’anni fa per caso. A Ferrara su una bancarella fra i libri di storia mi attirò un titolo “Per Matteotti” e soprattutto l’autore Piero Gobetti. Di Matteotti allora avevo una conoscenza superficiale: il martire dell’antifascismo, il riformista turatiano. Ma la parola riformista anche allora non era tanto di moda nella sinistra e non solo fra i comunisti. Mi ricordo che Riccardo Lombardi, in una delle sue assemblee alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, negli anni ’70 ci spiegò che lui non si considerava un riformista ma un riformatore. Come dire non c’entro niente con Turati e Matteotti e da lombardiano di ferro non potevo che condividere. Ma tornando alla bancarella non mi risultavano collegamenti fra i due grandi antifascisti e incuriosito lo comprai. Era un piccolo libro dal costo di 10.000 lire, che gelosamente conservo, e la cui lettura mi coinvolse fin dall’inizio.
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