Il testo fu redatto da Riccardo Lombardi nell’ottobre del 1977. L’Italia era guidata dal governo della non sfiducia presieduto da Giulio Andreotti, un esecutivo che aveva fatto parzialmente cadere la conventio ad excludendum (i comunisti sostenevano l’esecutivo, un monocolore dc, con l’astensione, di qui la definizione di “governo della non sfiducia). Erano tempi molto complicati con l’inflazione che ad ampie falcate guadagnava la soglia del venti per cento, le casse dello Stato tanto vuote da obbligarci, qualche anno prima, nel 1974, a chiedere un prestito alla Bundesbank garantito attraverso la consegna ai nostri creditori di una parte delle nostre riserve auree. L’esecutivo presieduto da Andreotti si inquadrava all’interno della formula della “solidarietà nazionale” che per i comunisti era una fase di passaggio verso quell’accordo organico definito da Enrico Berlinguer con la proposta del Compromesso Storico. Lombardi a questa prospettiva non si rassegnava: per lui, il traguardo doveva essere il governo delle sinistre, prospettive e suggestioni alimentate anche dalla crescita in Francia del Psf e che di lì a poco (nel 1981) avrebbe portato Francois Mitterrand all’Eliseo. L’articolo di Lombardi, al di là delle proposte, racconta di un modo diverso di fare politica: non la semplice gestione del contingente, ma lo sforzo di immaginare una società nuova, diversa, nelle sue variegate articolazioni. Uno sforzo a cui la sinistra dovrebbe ricominciare a dedicarsi.
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di Mauro Beschi – In questi mesi la discussione sui temi della modifica alla Costituzione e della nuova legge elettorale è stata caratterizzata, del tutto giustamente vista l’importanza e la complessità degli argomenti, da ragionamenti giuridici e di dottrina costituzionale. Meno interessante ma pericolosamente deformante è stata la propaganda, in verità urlata e strumentalizzata come fanno i venditori ambulanti, sui miracoli e le mirabolanti prospettive per il Paese derivanti dalle “riformone” del Governo. Qualcuno potrà dire: perché si parla di “riformone” del Governo quando la modifica della Costituzione e la Legge elettorale dovrebbero essere di prerogativa e responsabilità del Parlamento? In realtà, mai come in questi mesi, si è vista l’ingerenza e le pressioni del Governo nella discussione parlamentare, fino all’utilizzo del voto di fiducia, fatto inconcepibile per tutti coloro che hanno a cuore le prerogative parlamentari, prescritte dalla attuale Costituzione, dell’ordinamento repubblicano. Continua la lettura di Beschi: “Le ‘riformone’ del Governo e le pretese di JP Morgan” →
“Vittime dimenticate” (Testimonianze dei bombardamenti anglo-americani 1940/1945 – Edizioni dell’Orso, 2016) apre uno squarcio su un aspetto troppo spesso trascurato dalla storiografia sulla Seconda guerra mondiale, e per certi versi anche dalla nostra memoria collettiva: la questione delle “vittime civili”. Questione invece rilevante per una compiuta riflessione sul tema della guerra contemporanea – della sua particolare ferocia, e comunque dei suoi caratteri inediti – se è vero, come è vero, che alla metà del secolo scorso, per la prima volta nella storia, il numero delle vittime tra la popolazione civile è aumentato in misura esponenziale facendo appunto della “Guerra” un fenomeno “Totale”, destinato a coinvolgere non più solo (o prevalentemente) gli “eserciti” ma l’intera popolazione senza più distinzione tra “combattenti” e “non combattenti”, tra “militari” e “civili”. Continua la lettura di “Vittime Dimenticate”: prefazione di Marco Revelli →
Associazione LABOUR R. Lombardi – "Per una società di liberi e eguali"