Giovedì 3 dicembre, nel corso della presentazione, promossa dall’Associazione LABOUR a Roma, del libro di Luca Bufarale “Riccardo Lombardi – La giovinezza politica (1919-1949)”, è stato presentato il contributo dell’economista Paolo Leon dedicato al realismo politico di Lombardi. Di seguito il testo del suo intervento. “Molti hanno pensato che Lombardi raffigurasse gli elementi della civiltà come utopie: l’ambiente, i diritti civili, il lavoro e il non lavoro, il ruolo dello Stato, la pace, l’economia – per citarne solo alcuni. Non si trattava di utopia, sia perché alcune parti o sezioni di quelle cose erano in corso di realizzazione durante gli anni migliori del centro-sinistra (dalla nazionalizzazione dell’energia elettrica, alla sanità, all’istruzione, all’università di massa, al sistema pensionistico, alla disoccupazione, allo sviluppo del Mezzogiorno, alla ricerca) sia perché Lombardi voleva che allungassimo lo sguardo alle conseguenze delle riforme realizzate all’epoca: ci si sarebbe accorti di quanto lontano era il traguardo – socialismo o barbarie, riprendendo un motto francese, lasciava intendere che non c’è mai nulla d’irrevocabile e che dunque la lotta non è mai finita, quando si tratta dei diritti sociali e delle libertà personali: ce ne accorgiamo oggi, quando sicurezza e libertà entrano in conflitto.
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