di Renzo PENNA – L’ultimo libro del professor Luciano Gallino (Il denaro, il debito e la doppia crisi – Einaudi 2015), una sorta di testamento politico-sociale rivolto ai giovani (i nipoti), analizza la doppia crisi del capitalismo e del sistema ecologico. Fra di loro strettamente collegate, con la seconda dipendente dalla prima. Una doppia crisi che è stata, dagli anni ’80 in poi, la causa fondamentale della sconfitta teorica e pratica dell’idea di uguaglianza. Idea, soprattutto politica, che si è affermata con la Rivoluzione francese ed ha avuto nel corso di due secoli una marcia faticosa e incerta, ma che nel complesso ha registrato risultati straordinari. La facoltà di eleggere i propri rappresentanti in Parlamento; la formazione di sindacati liberi; la graduale estensione del voto a tutti i cittadini; la tassazione progressiva; l’ingresso del diritto nei luoghi di lavoro; l’istruzione libera e gratuita per tutti sino all’università; la realizzazione dello stato sociale; i limiti posti alle attività speculative della finanza.
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Da “Il denaro, il debito e la doppia crisi” di Luciano Gallino (Einaudi) – Quel che vorrei provare a raccontarvi, cari nipoti, è per certi versi la storia di una sconfitta politica, sociale, morale: che è la mia, ma è anche la vostra. Con la differenza che voi dovreste avere il tempo e le energie per porre rimedio al disastro che sta affondando il nostro paese, insieme con altri paesi di quella che doveva essere l’Unione europea. A ogni sconfitta corrisponde ovviamente la vittoria di qualcun altro. In realtà noi siamo stati battuti due volte. Abbiamo visto scomparire due idee e relative pratiche che giudicavamo fondamentali: l’idea di uguaglianza e quella di pensiero critico. Ad aggravare queste perdite si è aggiunta, come se non bastasse, la vittoria della stupidità.
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Dalla raccolta di scritti “Si può salvare l’Europa?” di Thomas Piketty (Bompiani ) – La cosa più triste, nella crisi europea, è l’ostinazione con la quale i leader al potere presentano la loro politica come l’unica possibile, e il loro timore per ogni scossa politica che possa alterare anche solo di poco l’attuale quadro istituzionale. La palma del cinismo spetta sicuramente a Jean-Claude Juncker, il quale, dopo le rivelazioni di LuxLeaks, spiega tranquillamente all’Europa sbalordita di non aver avuto altra scelta, quand’era alla testa del Lussemburgo, se non quella di gonfiare la base fiscale dei suoi compatrioti: «L’industria declinava, vedete, dovevo pur trovare una nuova strategia di sviluppo per il mio paese; che cos’altro potevo fare se non trasformarlo in uno dei peggiori paradisi fiscali del pianeta?». I paesi vicini, alle prese anch’essi da decenni con la deindustrializzazione, apprezzeranno. Continua la lettura di T.Piketty: “Si può salvare l’Europa?” →
di Mariana Mazzucato, da Repubblica, 8 ottobre 2015 – Sette economisti (fra cui Joseph Stiglitz, Thomas Piketty e la sottoscritta) hanno accettato di fare da consulenti economici per Jeremy Corbyn, il nuovo leader del Partito laburista britannico. Mi auguro che il nostro scopo comune sia aiutare il Labour a creare una politica economica fondata sugli investimenti, inclusiva e sostenibile. Metteremo sul tavolo idee diverse, ma voglio proporvi le mie considerazioni riguardo alle politiche progressiste di cui il Regno Unito e il resto del mondo hanno bisogno oggi. Quando il Partito laburista ha perso le elezioni, lo scorso maggio, in tanti, anche esponenti del Governo ombra, gli hanno contestato di non aver saputo interloquire con i «creatori di ricchezza», cioè la comunità imprenditoriale. Che le imprese creino ricchezza è evidente.
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Associazione LABOUR R. Lombardi – "Per una società di liberi e eguali"