di Renzo Penna
Che l’Italia sia – o, come sarebbe meglio dire, fosse – un “Bel Paese” lo sostenevano senza avere dubbi i nostri grandi antenati: Dante, nel canto di Ugolino, parla del “bel paese dove il sì suona”, Petrarca, nel rivolgere le sue lodi a Laura, si compiace che le sentano nel “bel Paese Che Appennin parte e’l mar circonda e l’Alpe”. E de “Il Bel Paese”, sottotitolato “Conversazioni sulle bellezze naturali. La Geologia e la Geografia fisica d’Italia”, scrive e nel 1876 pubblica l’abate Antonio Stoppani[1] con uno notevole successo editoriale che ne ha fatto “il terzo libro per numero di edizioni, del secolo XIX, dopo I Promessi Sposi ed il Cuore di De Amicis”.[2] Continua la lettura di Geografia fisica tra armonia e devastazione: “Il Bel Paese” di Stoppani, “Vandali. L’assalto alle bellezze d’Italia” di Stella e Rizzo e “Paesaggio, Costituzione, Cemento” di Settis – da “Anima e Terra” Ottobre 2012