di Renzo Penna
“Per migliorare la qualità dell’aria e tutelare la salute è necessario cambiare motori e caldaie, ma soprattutto le abitudini!”
Giovedì 1 febbraio, le Regioni del Nord – caratterizzate da maggioranze politiche differenti – per testimoniare la loro unità nella lotta all’inquinamento dell’aria, hanno sottoscritto a Roma l’accordo i cui contenuti sono stati definiti nei mesi scorsi.
Nello stesso tempo e in maniera emblematica, hanno stabilito che domenica 25 febbraio in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e nelle province autonome di Trento e Bolzano, sarà organizzata una giornata ecologica con il blocco del traffico nell’intera Pianura Padana.
I punti dell’accordo riguardano le misure già messe in atto dalle singole regioni per rientrare al di sotto delle soglie di inquinamento consentite dall’Unione Europea, più volte superate nel corso del 2006, e si riferiscono ai diversi aspetti che concorrono a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo tutelando la salute dei cittadini.
Si tratta degli interventi che limitano l’utilizzo dei veicoli più inquinanti nei centri urbani, i provvedimenti per potenziare il trasporto pubblico e applicare i filtri anti-particolato ai motori diesel e, in particolare, ai bus, gli incentivi per incrementare i punti di distribuzione del metano per auto-trazione e l’estensione delle zone a traffico limitato nei comuni con oltre 20.000 abitanti.
Nell’intesa non si parla però solo di traffico veicolare, ma degli interventi relativi al riscaldamento,
con la definizione di caldaie a bassa emissione di ossidi di azoto, alle norme costruttive più efficienti sotto il profilo energetico dei nuovi edifici e ai piani per il controllo delle emissioni delle attività produttive.
L’impegno delle Regioni del Nord su questi temi è certamente volto a evitare i richiami e le pesanti sanzioni della Comunità Europea, ma deriva soprattutto dalla consapevolezza ormai accertata che l’inquinamento atmosferico provoca pesanti conseguenze sulla salute delle persone. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha documentato che in presenza di valori medi di polveri sottili (Pm10) superiori ai 20 microgrammi per metro cubo, si hanno conseguenze a breve termine – ossia in pochi giorni – di aumento della morbilità dell’apparato respiratorio e dell’apparato cardiovascolare, e a lungo termine -10/15 anni in presenza di fenomeni di lunga durata – sulle patologie tumurali dei polmoni.
A Torino si è calcolato che se le concentrazioni medie annue di Pm10 fossero pari a 20 microgrammi/m3, invece delle 60 attuali, si registrerebbero 750 decessi in meno all’anno.
Ricordo che lo scorso anno la media di Pm10 è stata pari a 55 in Alessandria, 45 a Tortona, 40 a Casale e a Novi.
Stime molto attendibili prevedono poi che una riduzione di 10 microgrammi/m3 nella concentrazione media di lungo periodo del Pm10 ha come effetto, per le persone che oggi hanno una età di 25 anni, l’aumento di circa un anno nella speranza di vita.
Per fronteggiare le situazioni di emergenza, anche indotte dalle specifiche condizioni climatiche che fanno della pianura padana una delle zone più critiche in Europa per il persistere nell’atmosfera della concentrazione di polveri sottili, i sindaci stanno adottando ulteriori interventi.
Così mentre a Torino nella zona a traffico limitato i divieti alla circolazione riguardano anche i veicoli Euro 2, a Milano la circolazione dei veicoli a benzina e diesel, con omologazione rispettivamente precedente a Euro 1 e 2, viene vietata per l’intera giornata (dalle ore 8 alle 20).
In questo contesto, fatto di dati oggettivi e di calcoli scientifici, sono indispensabili gli interventi strutturali e di sistema che le regioni del nord stanno, finalmente, assumendo per la tutela della salute di noi tutti e in particolare dei soggetti più deboli.
E paiono del tutto incongrue le petizioni anti-blocco e le critiche di singoli esponenti di partito o di forze politiche che, non potendo contestare la realtà, indicano genericamente e confusamente in “qualcosa d’altro” ciò che occorrerebbe fare, ma, nella sostanza, proponendo il nulla.
Mentre, positivamente, cresce la consapevolezza della difficile situazione tra i cittadini che chiedono agli amministratori di intervenire per tornare ad avere città a misura di persona e nelle quali si respiri aria pulita.
In questa direzione un segnale importante viene da Legambiente e dal sindacato dei metalmeccanici della CGIL del Piemonte che organizzano venerdì 9 febbraio a Torino un convegno nazionale contro lo smog dal titolo esplicativo: “Cambiare motori, ma soprattutto abitudini!”.