Riunione della mozione “A Sinistra. Per il socialismo europeo” – Roma, 29 marzo 2007
Rivolgiamo un estremo appello alla maggioranza del partito: prendete una pausa, fermate il processo di costruzione del Partito Democratico, che porterebbe alla scomparsa dei Democratici di Sinistra.
E’ il momento della riflessione, non dell’accelerazione. Un’accelerazione che va al di là degli stessi tempi e dei modi indicati nella mozione di maggioranza.
Il Partito Democratico nasce al buio.
Nessun serio chiarimento politico c’è stato nei congressi di DS e Margherita. Né sulla tavola dei valori – affidata fin qui all’improponibile “Manifesto dei 12” – né sulla collocazione internazionale (sulla quale convivono irrisolte due ipotesi opposte), né sui punti cardinali, di programma e di cultura politica, che si chiamano: lavoro, ambiente, laicità dello Stato, diritti civili, libertà delle persone e della scienza, questione morale, costi impropri e riforma della politica.
DS e Margherita vanno all’ultimo congresso, poi nascerà rapidamente un partito prima che ne siano chiari i fondamenti. Questa è la prima ragione per cui un quarto dei nostri iscritti è contrario o pieno di dubbi. La percentuale cresce in molte grandi città. Tra gli stessi compagni che hanno votato la mozione di maggioranza, forte è il sentimento di incertezza. Non si respira il clima di entusiasmo per qualcosa di forte e di nuovo che nasce.
Per queste ragioni chiediamo alla maggioranza di fermarsi, di non sciogliere questa esperienza collettiva, i Democratici di Sinistra che – pur non esercitando oggi il peso adeguato nella società italiana, nella rappresentazione degli interessi, nella formazione delle idee e della coscienza – sono essenziali per la democrazia del nostro Paese e per la stessa tenuta del centrosinistra.
La scomparsa del nostro partito avrebbe conseguenze negative per l’insieme del centrosinistra. Lascerebbe un vuoto politico. Il destino della sinistra italiana non può ridursi a questo: una rete di correnti dentro un partito che cancella i simboli stessi della sinistra e del socialismo, e poi una galassia di partiti più piccoli, verdi, socialisti, di sinistra cosiddetta “radicale”.
E’ una prospettiva né utile né desiderabile. Non sarebbe utile all’Italia. Non renderebbe più forte la coalizione e il governo.
Comunque vadano le cose, l’impegno primario di tutti deve essere quello del sostegno al governo, che deve essere messo assolutamente al riparo dai movimenti in corso in campo politico.
Per noi, che dall’inizio abbiamo contrastato l’ipotesi del Partito Democratico, si presentano due possibilità alternative.
Una più semplice , e forse anche più rassicurante: fare “la sinistra del Partito Democratico”. Una corrente di condizionamento a sinistra di un partito inesorabilmente più spostato al centro. Destinata ad una funzione minoritaria e ininfluente. Un’altra frazione, in un partito di incerta identità che si presenta sin da ora come un campo trincerato di frazioni personalizzate . Una scelta che non risponde alla questione centrale: serve ad un grande Paese europeo come l’Italia una forza autonoma, di sinistra e d’ispirazione socialista, del lavoro, dei diritti, delle differenze femminili, dell’ambientalismo, aperta alle nuove culture e alle sfide di questo secolo. Una forza che superi l’attuale frammentazione.
L’altra possibilità è più difficile, meno rassicurante e più ambiziosa, più affascinante e più utile al Paese al centrosinistra: aprire un processo politico nuovo a sinistra, ora che tutta la sinistra, senza eccezioni, condivide la stessa responsabilità di governo.
Un processo a sinistra, che superi le contrapposizioni tra “riformisti” e “radicali”, e che abbia come obiettivo quello di raccogliere forze per crearne una più grande. Una forza unitaria e di governo, collocata nel PSE, alleata e competitiva con il Partito Democratico.
Le difficoltà sono evidenti. Vanno superate le divisioni del passato, perchè questa sarebbe una straordinaria novità della politica italiana. E’ un processo non breve, che non può svilupparsi attraverso la sommatoria dei gruppi dirigenti, come sta avvenendo con il Partito Democratico, ma attraverso una ricerca aperta, partecipata, dando la parola al popolo della sinistra, alle tante e ai tanti che chiedono rappresentanza politica nuova. Rivolta prima di tutto ai giovani di oggi e alle generazioni che verranno.
Da molte parti si stanno moltiplicando i segnali di disponibilità ed interesse.
Se la maggioranza dei Democratici di Sinistra non si fermerà, chiamiamo tutti ad essere liberamente partecipi e protagonisti di questa impresa. Di esserlo insieme, quanti nel congresso si sono opposti o hanno fortemente obiettato al progetto del Partito Democratico, dando vita ad un movimento politico organizzato per la sinistra democratica e il socialismo, con l’obiettivo di una più grande e unitaria forza della sinistra.